Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

Era infatti sfuggito che i movimenti integralisti vedevano come loro principale
avversaria la civiltà occidentale, materialista e consumista, da loro definita “Coca
Cola civilisation”, il cui potere dirompente, nei confronti della struttura sociale dei
loro paesi, era potenzialmente devastante nei confronti della cultura tradizionale e del
tipo di società che essi volevano far risorgere. In Egitto, queste tendenze sono state –
e sono ancora – rappresentate dalla Fratellanza Islamica, i cui capi sono stati
perseguitati e sono ora quasi tutti in prigione.
Prendiamone il più noto, il filosofo Tariq Ramadan, il quale ha creduto di
individuare la differenza fondamentale fra la cultura occidentale, dove è forte
l’impulso per la ribellione, “che deriva direttamente dalla considerazione che viene
accordata allo scetticismo e al dubbio. Si parte dallo scetticismo e dal dubbio, si
spinge questi atteggiamenti un passo più oltre, e si arriva alla ribellione totale. La
tradizione mussulmana non ha queste caratteristiche. Nell’Islam, non vi è impulso
alla ribellione. Non vi è lotta, non vi è tentazione di ribellarsi. Nell’Islam, la
sottomissione è tutto. La sottomissione a Dio consente all’Islam di creare una società
unificata, morale e soddisfacente, almeno sul piano potenziale, anche se i
Mussulmani in carne ed ossa in ogni epoca hanno dimenticato i loro obblighi
religiosi. La sottomissione è la strada per la giustizia sociale, per un’anima contenta,
e per l’armonia con il mondo” 180 .
Questo estratto del pensiero del più noto fra i teorici dell’integralismo islamica
merita di essere analizzato con cura, non per commentarlo, anche perché si commenta
180 P. BERMAN. Terror and Liberalism. Ed. W. W. Norton & Co., 2003, pag. 27.
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