Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

Non è un percorso facile. Come riferisce Vigarié, l’autore dello studio che stiamo
citando, uno dei massimi studiosi di strategia francesi:
“l’ambiente marino è quanto mai ingrato, ed è formato da cinque bacini successivi che sono, a
partire da ovest, il mar di Barents, il Mare di Kara, il mare di Laptev, il Mare della Siberia Orientale
ed il Mare di Čukči. Questi sono separati fra loro da diversi stretti che formano passaggi obbligati
assai spesso pericolosi. Sul mare (infatti) si formano di continuo ghiacci galleggianti di forme e
dimensioni diverse, da cui derivano gli hummok, che sono accumuli di blocchi di ghiaccio con bordi
rialzati di parecchi metri. Quando il vento li sposta, si può creare il pack, cioè un insieme di incerti
canali fra i ghiacci, e può anche ricomporsi la banchisa, a causa dell’imperversare della purga, un
vento violento che porta tempeste di neve” 186 .
A questo punto, sorge spontanea la domanda sulla convenienza o meno di
utilizzare questa via marittima, e la risposta è semplice, in quanto questa è la via
meno difficile per avere accesso alle immense risorse della Siberia: “il volume delle
merci toccava già un milione di tonnellate circa verso il 1970” 187 .
Per rendere il traffico più sicuro, la rotta è tenuta sgombra, finché possibile, da 37
enormi rompighiaccio, in genere con motori diesel con potenza fino a 60.000 CV,
integrati da altri a propulsione nucleare, frutto della collaborazione con la
cantieristica finlandese, dotati di chiglia “a emissione di bolle d’aria, per evitare che il
ghiaccio vi si attacchi. La sostituzione delle eliche, che sono il punto debole di tali
unità, si può fare addirittura con la nave in normale assetto di galleggiamento” 188 .
Ma, malgrado tutti questi costosi provvedimenti, la via marittima del nord non è
utilizzabile tutti gli anni, e quando ciò diventa possibile, il periodo di apertura si
186 Ibid. pag.47.
187 Ibid. pag. 48.
188 Ibid. pag. 50.
140