Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

della città di Nanjing, nel 1356, l’imperatore mongolo, Toghon Temur a fuggire dal
paese e rifugiarsi nelle steppe, abbandonando la loro capitale Pechino. La lotta,
peraltro, finì solo nel 1382, quando Kun Ming, l’ultima roccaforte mongola, cadde,
per merito di Zhu Di, il figlio dell’eroe cinese, che fu incoronato imperatore.
Sul piano militare, dopo la sua salita al trono, l’Esercito arrivò a disporre di circa
un milione di soldati, dotato dei primi cannoni a polvere da sparo, rivelatisi essenziali
per sconfiggere i Mongoli, e la Marina divenne forte di 1350 unità combattenti, fra le
quali alcune “giunche grandi quanto i galeoni spagnoli che comparirono
successivamente” 223 che, grazie alla bussola magnetica, avevano visitato “porti dalla
Malacca e Ceylon fino all’ingresso del Mar Rosso e Zanzibar. Portando doni ai
governanti locali deferenti, da un lato, esse costrinsero i recalcitranti a riconoscere
Pechino dall’altra” 224 , aprendo al commercio con la Cina questi paesi: all’epoca, il
commercio marittimo, anche nel Mediterraneo, veniva infatti svolto anche dalle navi
militari.
Inoltre, fu riparata ed ammodernata la Grande Muraglia, e contemporaneamente fu
anche deciso, nel 1404, di spostare la capitale a Pechino, come avevano fatto i
Mongoli, per essere più vicini alla frontiera, da cui venivano i pericoli maggiori. In
tal modo, ed a costi enormi, finanziati grazie al commercio estero, l’impero cinese
raggiunse di nuovo il suo splendore, anche se le spese sostenute avevano vuotato le
casse dello stato.
223 Ibid. pag. 7.
224 Ibid.
166