Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

notò, “la maggioranza degli attacchi strategici arriva solo al punto in cui la loro forza
residua è appena sufficiente per mantenere una difesa ed attendere la pace. Al di là di
quel punto, la bilancia si ribalta e ne segue una reazione con una forza che
normalmente è molto più forte di quella dell’attacco iniziale”. Questa verità non si
applica solo alla forza militare; essa ha invero un’applicazione generale a tutte le
branche dell’attività governativa.
Con l’aumento dei territori conquistati, due problemi principali devono essere
gestiti. Il primo è che esiste un’esigenza crescente di controllare le popolazioni
sottomesse solo con la violenza e riluttanti ad accettare la nuova fede. Man mano che
i locali si irritano sempre più per il governo tirannico degli invasori, una proporzione
delle loro forze potrebbe essere richiesta per controllare il territorio, mentre le linee di
comunicazione diventano troppo lunghe e quindi più vulnerabili. Pochi esempi
basteranno, per spiegare l’ordine di grandezza del problema.
Durante la difesa contro l’invasione alleata dell’Italia, dopo la sua resa, nel 1943–
45, l’Esercito tedesco fu in grado di schierare sulla linea del fronte solo la metà delle
Divisioni disponibili, mentre le rimanenti, invece di riposarsi ed addestrarsi, furono
costrette a combattere un’accesa campagna anti-partigiana, praticamente da sole, per
proteggere le linee di comunicazione verso il fronte, a causa della debolezza
dell’Esercito Repubblicano Italiano, leale a Mussolini, ma ancora da organizzare.
Un altro esempio sulla vulnerabilità delle linee di comunicazione, è anch’esso
tratto dalla Seconda Guerra mondiale. Si trovò, in Libia, che la metà del materiale e
dei rifornimenti, destinati ai Corpi combinati italiano e tedesco, trincerati ad El–
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