Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

combattività porta i soldati che erano al servizio di altri capi turchi, meno dinamici,
ad abbandonarli e ad unirsi al suo esercito” 160 .
Questo spiega perché l’impero fondato dai suoi successori fu chiamato
“Osmanico” o, più comunemente, “Ottomano”. La sua prima, grande vittoria ebbe
luogo a Bapheus, vicino a Nicomedia, contro i Bizantini dell’eteriarca Muzelon, e
questa vittoria non solo lo elevò al rango degli altri emiri, ma accelerò il processo di
aggregazione dei Turchi sotto le sue bandiere.
Da questo momento, la pressione ottomana sull’impero di Bisanzio diventò
continua, con frequenti battaglie non risolutive, ed un’avanzata costante dei Turchi in
direzione di Costantinopoli, tentandone l’aggiramento con l’aiuto della loro flotta,
che essi avevano, col tempo, costruito ed imparato ad usare.
Già nel 1366 ci volle l’intervento di Amedeo VI di Savoia, il Conte Verde, per
ricacciarli da Gallipoli, Enneakossia e Kalyonero, ma la sua partenza, per ritornare in
patria dopo aver liberato l’imperatore di Bisanzio Giovanni V, suo cugino, consentì
agli ottomani di riprendere il movimento aggirante, conquistando Adrianopoli ed
iniziando la loro penetrazione in Rumelia. Si può quindi notare come la vocazione
balcanica sia stata presente fra i Turchi fin dai primordi della loro epopea, anche a
causa della presenza, al di là dell’Anatolia, di entità molto più temibili e numerose,
come i Mongoli.
Per inciso, anche la riconquista di Gallipoli fu un successo temporaneo. Infatti, “in
occasione del suo viaggio in Italia, Giovanni V aveva proposto di cedere ai Veneziani
160 R. MANTRAN (a cura di). Storia dell’Impero Ottomano. Ed. Argo, 1999, pag. 29.
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