Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

La pace fu chiesta il 12 febbraio 1895, e diede luogo al trattato di Shimonoseki,
nel quale la Cina dovette cedere, oltre al “predominio di fatto sulla Corea, la penisola
del Liaodong, Taiwan e le (isole) Pescadores” 274 . Poiché, peraltro, il Liaodong, anche
detto Kuang Tung, costituiva l’accesso marittimo alla Manciuria, sulla quale le
potenze avevano accettato la preminenza dell’influenza russa, il Giappone fu da
queste costretto a cedere la penisola, che successivamente lo zar, durante la rivolta
dei Boxer, fece occupare dalle sue truppe, facendovi anche arrivare un ramo della
transiberiana; la Russia, inoltre, fortificò Port Artur, trasformandolo nella base navale
principale della sua flotta dell’Estremo Oriente.
La rivolta dei Boxer fu la manifestazione della crescente xenofobia che pervadeva
ormai larghi strati della società cinese: “il movimento rispecchiava innanzi tutto la reazione
degli strati rurali contro l’espansione imperialista giapponese e contro i privilegi delle missioni
cristiane, su cui la popolazione contadina, immiserita dalla disgregazione dell’economia
tradizionale, concentrava tutti i suoi rancori. Ma nel 1899 i Boxer passarono dalla parte dei Qing (la
dinastia imperiale) che vennero presentati come i tutori della tradizione, e concentrarono la lotta
contro gli stranieri. La stessa imperatrice Cixi, che sino ad allora aveva tenuto un atteggiamento
ambiguo nei confronti dei Boxer, il 21 giugno 1900 dichiarò guerra alle potenze” 275 .
Inutile dire che bastò a queste ultime un contingente di 16.000 soldati ben armati
per arrivare a Pechino e liberare le Legazioni che erano state assediate; purtroppo,
dopo la vittoria, i soldati saccheggiarono le maggiori metropoli del Settentrione,
distruggendo anche numerosi villaggi e massacrandone la popolazione civile” 276 .
274 M. SABATTINI e P. SANTANGELO. Op. cit. pag. 544.
275 Ibid. pag. 546.
276 Ibid. pag. 547.
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