Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

complessivo dei Cinesi ad un miliardo e duecentomila, ma ha anche prodotto un
eccesso di popolazione maschile, altro fenomeno preoccupante, per l’instabilità che
esso usualmente provoca.
Sotto lo stesso angolo visuale vanno interpretati i provvedimenti di cessione ad
altre nazioni di manodopera in grandi numeri, i cui esempi più cospicui furono quella
per consentire la costruzione della ferrovia trans-americana, nonché l’invio di
manodopera in Francia, durante la Prima Guerra Mondiale. Pure la decisione, presa
nel XV secolo, di azzerare la fascia costiera, radendola praticamente a zero, fu un
tentativo, fra l’altro, di evitare eccessive sperequazioni fra l’interno e la costa, il cui
benessere era già allora più elevato, ma comportava un’azione di relazioni
internazionali ed una politica di potenza che si era rivelata insostenibile.
Il secondo motivo di tensione, non meno grave, è l’irrequietudine delle
popolazioni mussulmane delle estreme zone occidentali del paese, specie nello
Xinjiang, dove gli Uiguri, i Kazaki ed i Tagiki vedono negli abitanti delle confinanti
Repubbliche dell’Asia Centrale i loro prossimi, più che nei funzionari di Pechino. In
quelle zone relativamente spopolate, ma dal clima rigido, la popolazione oscilla
intorno ai 20 milioni. Anche se si tratta di meno del 2% della popolazione totale,
un’altra rivolta islamica generalizzata contro il governo centrale, magari sobillata e
finanziata da qualche potenza confinante, come è già avvenuto nel passato, sarebbe
un problema non da poco per il governo cinese. Va detto che, in queste zone, come
nel Tibet, ogni massiccia immigrazione di cinesi (i cosiddetti Han) crea
irrequietudine e rivolte.
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