Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

avvicinata, con il risultato della distruzione della flotta ottomana. Come con un tratto
di penna, il potere marittimo del grande impero mussulmano era stato demolito.
Questo “spiacevole evento”, come disse Lord Wellington, usando un eufemismo
per indicare un vero disastro politico, causò una reazione a catena. La Grecia fu
strappata al dominio dell’islam, la Russia scatenò la campagna di Adrianopoli, la più
trionfale del XIX secolo, e come conseguenza l’impero ottomano fu indebolito
mortalmente. La battaglia di Navarino vinse il dubbio primato di essere una delle
poche occasioni in cui un ammiraglio sia stato destituito per essere andato oltre le
istruzioni, vincendo una battaglia decisiva.
A posteriori, possiamo facilmente criticare l’eccesso di iniziativa dell’ammiraglio
Codrington, come fece il governo britannico, ma dobbiamo anche ricavare alcuni
ammaestramenti da questo evento. Chiaramente, gli interessi inconfessati degli
Alleati erano di fermare il bagno di sangue in Grecia, a prescindere dal vincitore. La
stessa conclusione, sia pure con maggiore riluttanza, fu condivisa dalla Prussia e
dall’Austria, timorose di un’espansione russa verso ovest, ma consapevoli della loro
impotenza nel fermare una guerra di liberazione, che stava creando un cattivo
precedente in tutta l’Europa.
Sfortunatamente per loro, la crisi non consentiva alcun intervento senza l’uso del
potere marittimo, ed esse non lo possedevano. In questa situazione, la flotta alleata
era stata messa, poco saggiamente, nelle mani del rappresentante di quella nazione, la
Gran Bretagna, la cui opinione pubblica era decisamente in favore della causa greca.
Considerando che anche la Russia condivideva gli stessi sentimenti, forse solo una
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