Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

la Russia e la loro patria, e addirittura sfruttarono il territorio come base di
rifornimenti e rifugio.
Anche la rivolta rumena del 1821, capeggiata da Tudor Vladimirescu, era
fomentata con il loro aiuto, al fine di creare un’ondata di instabilità in tutto l’impero
ottomano, agevolando così la causa greca. Fu così che il desiderio di una
indipendenza totale e di unificazione era penetrato lentamente ma decisamente nei
cuori e nelle menti del popolo, o almeno di quelli che avevano la fortuna di possedere
una cultura elevata.
Il trattato di Adrianopoli, del 1829, aveva allentato i legami fra le Principalità e la
Sublime Porta, che riceveva ancora da loro il tributo annuale, ma non poteva più
sfruttare l’ingiusto privilegio di acquistare i prodotti di quella terra su base di
monopolio. Ma l’accresciuta influenza della Russia non migliorò la situazione
generale nelle Principalità: anche queste ultime imponevano restrizioni al commercio,
oltre a basarsi fortemente su di un sistema quasi feudale, che dava il potere e la
ricchezza ad un’oligarchia, i nobili o Boyari, com’erano chiamati.
I liberali provarono a sfruttare il diffuso malcontento scatenando la rivoluzione nel
1848, prima a Iasi, la capitale della Moldavia, e quindi in Valacchia. Il successo
temporaneo di ambedue le rivolte lasciò i liberali con un paese unificato per la prima
volta, ma anche con nemici potenti. Fu infatti lo stesso zar russo, per una volta
d’accordo con la Sublime Porta, ad incoraggiare il sultano Abdul Mecid a sedare la
rivolta e riportare al potere i governanti precedenti, per paura che i liberali rumeni
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