Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

Premesso che non bisognerebbe mai, in strategia, usare aggettivi qualificativi,
anche a costo di sembrare cinici, è indubbio che la leadership cinese è spesso stata
condizionata da questa questione, e più precisamente dal timore che si verificasse il
“terrificante evento” di una frammentazione della Cina.
Ora, la tendenza verso una frammentazione si è già verificata nel passato, ma non
è mai riuscita a permanere con una veste istituzionale per un tempo abbastanza lungo:
ci sono stati i Signori della Guerra, alcuni pezzi del paese si sono distaccati nel primo
periodo repubblicano, altri sono stati strappati via con la forza oppure assegnati ad
altre potenze per la loro gestione diretta o indiretta, come “Concessioni” oppure come
“Stati Fantoccio” ma finora ogni tentativo di costituire, al centro dello spazio cinese,
un paese capace di rivendicare un’identità propria e diversa, sopravvivendo
abbastanza a lungo per “fare storia”, (quindi almeno due secoli) non è mai riuscito.
Come accade peraltro ad ogni sub-continente, peraltro, vi sono le zone di confine
che hanno goduto nei secoli – oppure hanno dovuto subire – diverse condizioni ed
identità istituzionali. Questo è particolarmente vero per il Tibet, la Mongolia, la
Manciuria e Formosa, altrimenti detta Taiwan, nonché per le piccole enclaves di
Macao ed Hong Kong, mentre altri territori sono passati di mano dall’una all’altra
potenza, senza acquisire una propria, autonoma identità.
Come abbiamo visto, la maggior frammentazione si è avuta nel turbolento periodo
compreso fra la caduta dell’impero e la vittoria del comunismo, nel quale il nord e il
sud si separarono, ed il solo ricordo di quel periodo fa tremare le vene e i polsi a
chiunque si occupi della Cina.
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