Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

almeno promesso di contenere le esigenze nei limiti del trattato con la Prussia” 344 ,
nazione di cui l’Italia era alleata.
Le notizie sulla crisi europea, che si aggravava di giorno in giorno, ed i possibili
pericoli derivanti dalla presenza di tante navi occidentali nelle acque del Giappone,
alcune delle quali, se le loro capitali si fossero alleate dell’Austria Ungheria,
avrebbero fatto del piccolo Magenta un solo boccone, convinsero il comandante ad
accettare queste clausole, anche se molto meno ampie di quanto scritto sulle sue
istruzioni ministeriali.
Il trattato fu quindi firmato senza difficoltà, il 25 agosto successivo, grazie anche
al fatto che uno dei delegati giapponesi era lo stesso plenipotenziario che il
comandante aveva conosciuto a Parigi, da allora iniziò una serie di contatti sempre
più frequenti fra i rappresentanti dei due paesi. Navi della Regia Marina fecero infatti
visita nei porti del Giappone quasi una volta ogni due anni, e precisamente nel 1868,
nel 1871, nel 1873, nel 1875, nel 1877 ed ancora nel 1879.
Quest’ultima visita ebbe un’importanza particolare, in quanto la nave italiana, la
corvetta Vettor Pisani, era comandata da un membro della casa reale, Tomaso di
Savoia duca di Genova, il quale era stato già anni prima in Giappone, nel 1873,
quando era guardiamarina, imbarcato sulla fregata Garibaldi, ed aveva lasciato
un’impressione positiva per i suoi modi pacati e signorili.
Quindi, egli fu ricevuto con tutti gli onori, tanto che, addirittura, il Mikado
(l’imperatore) si recò a restituire la visita protocollare sulla nave, fatto all’epoca
344 Ibid. pag. 68.
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