Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

coronata da insuccessi, data la grande abilità tattica, l’elevata motivazione dei
Cavalieri, paladini della Crociata Perenne, e soprattutto alla perfetta organizzazione
di supporto, che consentiva una preparazione maniacale dei mezzi e degli uomini.
I Cavalieri, quindi, riuscirono a rimanere a Rodi dal 1310 al 1522, nonostante gli
sforzi per sloggiarli, e fu solo dopo due assedi che essi dovettero abbandonare l’isola,
a causa del mancato aiuto da parte degli Europei, ma nonostante questo, lo fecero
con l’onore delle armi, fatto oltremodo raro per gli avversari dei Turchi, in
quell’epoca. Dopo essere stati cacciati dall’Egeo, e venuta meno la possibilità di
presidiare Cerigo – un’isola strategicamente fondamentale, che controllava ogni
transito dallo Ionio verso oriente – i Cavalieri ebbero l’arcipelago di Malta in
concessione dal re di Spagna. Anche lì dovettero sostenere un feroce assedio turco,
respinto grazie agli aiuti europei, e quindi poterono dedicarsi alla guerra di corsa
contro il traffico marittimo nord-africano, con qualche puntata episodica in Grecia e
nell’Egeo, ormai troppo lontano.
Per quanto riguarda le grandi potenze, gli Austro-Spagnoli avevano troppo da
perdere, nei loro domini mediterranei, a causa delle incursioni mussulmane: il
collegamento fra la costa spagnola e l’Italia continentale ed insulare era essenziale
anche ai fini della guerra in Europa centrale, ed una sua interruzione non era
sopportabile; gli Austro-Spagnolo quindi divennero i nemici naturali dai quali
Istanbul e, soprattutto, i potentati nord-africani dovevano guardarsi.
Opposto era invece il caso della Francia, incapace di contenere la potenza
avversaria, che l’accerchiava, premendo dai Pirenei, dalle Alpi e dalle Fiandre. Essa,
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