Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

Abbiamo visto i tentativi cinesi di impadronirsi di questa penisola già nel XV
secolo, con risultati deludenti, data la fiera opposizione degli abitanti, pur
appartenenti a diverse etnie e spesso in lotta fra loro. Nei secoli successivi, i rapporti
fra il gigante cinese e gli stati della penisola avrebbero seguito un percorso
altalenante, con momenti di collaborazione ed altri di grossa tensione, situazione che
dura ancora ai nostri giorni. L’Indocina, invece, vide i primi europei - dei missionari
gesuiti - piuttosto tardi, solo nel 1663, cui seguirono contatti con mercanti portoghesi
ed olandesi, nei secoli successivi.
Peraltro, l’agricoltura è sempre stata fiorente, nelle pianure, con abbondante
produzione di riso, pepe e tè; le risorse minerarie sono anche notevoli, visto che vi si
estrae carbone, zinco e stagno. Ma la produzione principale, introdotta dai
colonizzatori francesi, è divenuta quella del caucciù. Data la sua importanza nella
nostra vita quotidiana, è bene vedere un attimo in cosa consista questa produzione,
che abbiamo visto fiorire anche in Indonesia e nelle Filippine.
“All'inizio del ventesimo secolo, i bisogni dell'industria automobilistica favorirono lo
slancio del caucciù indocinese, un'attività che beneficiava dell'afflusso di capitali
attirati dall'annuncio di favolosi profitti. Nella storia della presenza francese in
Indocina, lo sfruttamento dell' albero della gomma, il «legno che piange», occupò un
posto particolare. In effetti, il caucciù figurava come simbolo della riuscita coloniale,
poiché avrebbe garantito una grossa fonte di reddito per la Francia. L'importanza
delle superfici piantumate, il decollo delle esportazioni, i progressi della ricerca
agronomica, i dividendi riportati testimoniarono i successi ottenuti dalla cultura di
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