Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

ispose in modo evasivo, mostrando di non essere contrario ad un tale fatto, anche se
lo disapprovava, tanto che – si dice – egli si adirò alla notizia della presa e del
saccheggio di Zara. La difficoltà maggiore fu incontrata dai capi militari, quando
questi annunciarono alle truppe la convenzione con Venezia, che prevedeva appunto
la presa di Costantinopoli, per rimettere sul trono il legittimo imperatore, e molti
tentarono di rientrare, con alterne fortune.
Innocenzo III, allora, scrisse una lettera per fermare la spedizione, ma lo fece
troppo tardi, quando i Crociati erano già partiti, sotto il comando di Bonifacio di
Monferrato. Nel luglio 1203, la flotta cristiana iniziò l’attacco, costringendo Alessio
III alla fuga verso Adrianopoli, dove ricostituì la sua base di potere; il 1° agosto
successivo, Isacco, liberato dalla prigione, era di nuovo sul trono e suo figlio “fu
incoronato imperatore collega del padre” 158 , con il nome di Alessio IV.
Ben presto si verificò la rottura dei rapporti fra il nuovo imperatore ed i Crociati,
cui il primo aveva promesso viveri e denaro, senza avere alcuna possibilità di onorare
tali impegni. La spedizione non poteva quindi proseguire per la Siria e decise di
svernare nel Bosforo. Questo la mise in condizione di intervenire di nuovo, quando il
malcontento della popolazione di Costantinopoli, manifestatosi in un violento
tumulto, spinse un cortigiano, Alessio Ducas detto Marzuflo, ad imprigionare e
strozzare il giovane “imperatore collega”, l’8 febbraio 1204. In quegli stessi giorni, il
vecchio Isacco II morì.
158 Ibid. pag. 726.
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