Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

stabilito dalla natura, proprio come il denaro è stato sviluppato dall’uomo per gli
scambi dei prodotti. Cambiate il flusso di uno dei due come direzione o ammontare, e
voi modificherete le relazioni politiche ed industriali del genere umano”.
Questo è precisamente ciò che accadde. Il perdente, alla fine, fu l’Impero
Ottomano, dato che il flusso di quei beni preziosi cambiò direzione e non dovette più
pagare dazi alla Sublime Porta, a danno di quest’ultima. Inoltre, durante la Guerra
Fredda, l’Unione Sovietica tentò un simile approccio, vendendo sotto costo manufatti
d’acciaio sul mercato globale a prezzi molto bassi, e costruendo una flotta di navi per
trasporti alla rinfusa, estremamente economici da gestire, causando in tal modo una
caduta verticale dei noli. Anche questa volta, fu un disastro, causa
dell’impoverimento dell’Unione Sovietica, per le significative perdite operative. In
ambedue i casi, il principio secondo il quale la guerra economica è sostenibile solo
quando essa è finanziariamente conveniente fu ampiamente confermato
dall’esperienza.
È stato notato prima che la scelta deliberata di stabilire un confronto aperto fra
civiltà è dovuto prevalentemente a ragioni interne, a leader timorosi della mancanza
di coesione interna della loro Nazione, e desiderosi di risolvere questo problema
dando ala loro popolazione ideali semplici e attraenti.
Questa è, peraltro, una strada senza ritorno. Quando la “grande idea” perde il suo
fascino, lo scetticismo pervade la popolazione, e ci vuole molto tempo per convincere
la gente a perseguire altri fini collettivi. Guardate l’Italia, ad esempio. La saga
nazionalista del fascismo, una volta finita nella sconfitta e nell’umiliazione del paese,
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