Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

Metternich, il Cancelliere austriaco, era il più contrario alla causa greca, fra tutti
gli statisti europei, temendo che la rivoluzione fornisse alla Russia un’altra scusa per
dichiarare guerra all’impero ottomano. Oltretutto, l’Austria, da sempre, sognava di
impossessarsi dei Principati danubiani, e temeva la concorrenza dello zar.
Ma l’uccisione del patriarca di Costantinopoli (questo era ancora il suo titolo),
insieme alle notizie dei massacri commessi dagli eserciti e dalle flotte turchi ed
egiziani, inutili comunque per reprimere la rivolta, spinsero lentamente l’opinione
pubblica europea in favore dei Greci.
Fra i numerosi liberali europei che sposarono la causa dell’indipendenza greca,
Lord Byron era stato il sostenitore più influente di questo voltafaccia. Egli divenne,
infatti, il più potente propagandista delle aspirazioni greche, fino alla sua morte
prematura a Missolunghi, la roccaforte degli insorti, a causa delle febbri, nel 1824.
Ma già nel 1822 il ministro degli esteri britannico, George Canning, aveva
riconosciuto lo stato di belligerante ai Greci. Inoltre, le enormi perdite finanziarie
subite dal redditizio commercio del grano dalla Russia, come la necessità di
proteggere gli interessi mercantili della Francia e della Gran Bretagna nella regione,
convinsero anche le altre potenze a prendere una parte più attiva nella crisi.
Mentre la Prussia e l’Austria rimanevano sospettose, le altre due nazioni, insieme
alla Russia,firmarono il trattato di Londra nel giugno 1827. Come concordato dalle
parti, una flotta multinazionale fu rapidamente dislocata in Grecia, con il compito di
garantire il rispetto di un armistizio fra gli insorti e la Sublime Porta, senza prendere
parte alcuna nelle ostilità, una politica ambigua che fu ben descritta da Canning col
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