Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

sempre più fitta e piena di contenziosi. Alessio III, che aveva preso il potere
accecando il fratello ed imprigionando il nipote, temeva che questo Papa minaccioso
gli sollevasse la popolazione contro, e rispose con prudenza, non senza ricordare i
saccheggi delle truppe di Federico Barbarossa ed il fatto che Cipro gli era stata
sottratta, anche se al momento della conquista, da parte di re Riccardo, su quell’isola
dominava un usurpatore.
Oltre al Papa ed ai suoi Legati che premevano sui principi, un predicatore, Folco
di Neuilly, un parroco di campagna dei dintorni di Parigi, si rivolse alle masse, come
Pietro l’Eremita aveva fatto all’epoca della Prima Crociata. La prima risposta positiva
venne dai baroni di Fiandra e dello Champagne, che radunarono le loro truppe, anche
per sottrarsi alle pretese del re di Francia, ma furono subito dirottati dal Papa in Italia
meridionale, per combattere Federico II, dopo che questi avevano negoziato con
Venezia il trasporto in Terra Santa, versando 2.000 marchi d’argento a titolo di
anticipo.
Dalla Germania e dall’Italia, anche a causa del conflitto fra il Papa e l’imperatore,
arrivarono pochissimi volontari; la spedizione era quindi composta, in prevalenza, dai
già citati fiamminghi e dai contingenti della regione di Champagne. Alla resa dei
conti, mancavano ben 33.500 marchi, che i baroni non erano in grado di pagare. Il
doge, allora, concesse una dilazione nel pagamento, a patto che i Crociati gli
riconquistassero Zara, che si era ribellata alla Serenissima.
Ma ormai circolava anche la voce di una conquista di Costantinopoli, e
l’imperatore di Bisanzio se ne preoccupò, chiedendo spiegazioni al Papa, il quale
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