Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

d)-L’Occidente diviso
Il fattore che permise all’impero ottomano di mantenersi in piedi, al di là di quanto
fosse logico, fu proprio la possibilità di sfruttare le profonde divisioni esistenti nel
mondo cristiano. Queste divisioni resero difficile la concezione di una strategia di
lungo periodo, finalizzata al contenimento della minaccia turca, visto che gli interessi
e l’attenzione maggiori erano concentrati nella lotta di potere fra le potenze europee.
Solo il Papato mantenne desta l’attenzione generale verso il pericolo costituito
dalla Mezzaluna. Era questo l’unico modo per affermare la propria trans nazionalità
ed il proprio livello di entità super partes nella contesa generale, specie dopo che
l’improvvida sua adesione alla Lega contro Carlo V, si era conclusa con il Sacco di
Roma e, fatto ancora più temibile, con la presenza permanente di cospicue truppe
spagnole il Toscana, nell’Argentario, a soli quattro giorni di marcia dal Soglio
Pontificio.
L’unica forza militare disponibile, a parte le Leghe che il Vaticano riuscì a mettere
insieme saltuariamente, non sempre con un successo pari a quello di Lepanto, era
costituita dai Cavalieri di San Giovanni, i quali, una volta espulsi dalla Terra Santa, si
erano riciclati come marinai, prima a Cipro e poi a Rodi.
In questa loro seconda sede, il cui scopo era ancora quello di costituire una base
per un’eventuale proiezione cristiana in Terra Santa, con l’avvento degli ottomani, i
Cavalieri si trovarono a due passi dal filone marittimo della principale linea di
comunicazione di questi ultimi, la loro vera arteria giugulare che faceva affluire il
sangue alla testa dell’impero. Inutile dire che la reazione fu feroce, anche se a lungo
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