Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

il suo controllo, tanto che ci volle del bello e del buono per convincerla a ritirarsi, alla
fine del conflitto, rinunciando così all’accesso ai mari caldi, tanto agognato.
L’avvento delle repubbliche dell’Asia Centrale, che oggi potete vedere sulla carta
geografica, ha ridotto di molto il pericolo di un’altra invasione, anche se la paura
rimane, ed il governo di Teheran fa sempre attenzione a non irritare l’Orso Russo.
Ma vi è un altro aspetto sulla situazione della Russia che il libro di Mahan ci fa
notare. A parte la conquista dell’Asia Centrale, “le sue avanzate sono avvenute lungo
i fianchi piuttosto che nel centro. (Ora) è sui fianchi, principalmente, che
un’opposizione può essere fatta in modo efficace; ma questa opposizione sarà col
carattere più forte, non solo per il vantaggio riguardante gli attacchi ai fianchi in
generale, ma perché avverranno sulla linea della frontiera marittima – la costa - e di
conseguenza sull’accesso al mare” 202 .
Queste parole, scritte quattro anni prima del conflitto con il Giappone, hanno
valore profetico, insieme alle già viste riserve sulla onnipotenza delle ferrovie, come
messa in guardia da eccessivi progressi in zone periferiche, difficilmente
contrastabili. Infatti, in questa guerra, che la transiberiana non riuscì a sostenere,
l’esercito dovette arretrare verso l’interno della Manciuria, abbandonando la penisola
del Kuang Tung, dove si trovava la flotta.
Quest’ultima, impossibilitata a rifugiarsi a Vladivostok, essendone impedita dalla
flotta giapponese, si rinchiuse dentro Port Artur, partecipando con i marinai alla sua
202 Ibid. pag. 55.
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