Relazioni Pol. - Strat. fra Oriente ed Occidente - Università di Trieste ...

dopoguerra. Come vedremo, infatti, alcuni dei leader che emergeranno come capi di
quei movimenti erano stati parte di queste rivolte.
Nel secondo dopoguerra, la Francia e la Gran Bretagna, prostrate dal conflitto, non
erano più in grado di contenere le numerose lotte di liberazione, nelle loro colonie, ed
iniziarono ad abbandonare gran parte dei loro possedimenti; questa ritirata si svolse
rapidamente, per quanto riguarda l’Asia sud-occidentale, i cui regimi sembravano in
grado di durare, anche senza la presenza delle loro forze militari.
Naturalmente, non era così. Il primo a cambiare tipo di governo fu l’Egitto, il cui
re Faruk, fu deposto da un colpo di stato militare, nel 1952; a questo seguì la rinuncia
francese alla Tunisia, dove il partito della resistenza, liberal-costituzionale (Néo
Destour) vinse le elezioni del 1956, con Habib Bourghiba come capo del governo.
Vennero, poco dopo, nel 1958, vuoi un analogo colpo di stato in Iraq, che depose
il giovane re, ucciso poi in modo crudele, e l’abbandono dell’Algeria da parte
francese; ultima fu la Libia, nel 1969. da notare che in tutti questi paesi furono
adottati sistemi di governo formalmente democratici, ma con delle leadership
provenienti dalle Forze Armate o dalle organizzazioni della resistenza.
La necessità, da parte dei nuovi governi, di alimentare l’orgoglio nazionale, fra la
popolazione, insieme al desiderio di rivalsa per i torti subiti per molti anni, fu il
motore di provvedimenti che lesero gli interessi economici occidentali, come le
nazionalizzazioni e l’avvicinamento all’Unione Sovietica, da parte di alcuni di loro,
per non parlare vuoi degli attentati degli anni ’70, vuoi del finanziamento ai
movimenti rivoluzionari europei.
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