PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA
PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA
PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
provenienti dal significato 499 . Più esattamente, l’affermazione secondo la quale<br />
«i nomi che designano le cose rispondono sempre a una nozione dell’intelligenza<br />
estranea alle nostre autentiche impressioni, e tale da costringerci a liberarle di<br />
tutto ciò che non si rapporti ad essa» 500 , parrebbe suggerire di risolvere il<br />
rapporto fra il significato e il significante ricorrendo, senza mediazioni, ad una<br />
prospettiva nella quale il nome – in quanto “segno” – sia chiamato a riprodurre<br />
«nella sua forma materiale l’essenza significata della cosa (e non la cosa<br />
stessa)» 501 . Nondimeno, il ricondurre entro l’ambito segnico la teoria proustiana<br />
dei nomi, se da un lato permette di apprezzare le doti di “catalizzatori”<br />
individuali ad essi peculiari 502 , dall’altro manca di tenere nel debito conto la<br />
essenziale inappropriatezza che contrassegnerebbe i nomi medesimi nel dare<br />
espressione agli attributi originari e primitivi degli oggetti, prima che intervenga<br />
l’opera di pianificazione razionale compiuta dall’intelligenza 503 .<br />
« (…) Delle persone – e delle città (…) – i nomi ci presentano un’immagine confusa che da loro<br />
(…) trae il colore di cui è dipinta in modo uniforme, come uno di quei manifesti, interamente<br />
azzurri o interamente rossi, nei quali, per i limiti del procedimento usato o per un capriccio<br />
del’autore, sono azzurri o rossi non soltanto il cielo e il mare, ma le barche, la chiesa, i<br />
passanti» 504 .<br />
Il nome non sembrerebbe riuscire a definire la realtà, ma nemmeno sarebbe<br />
ascrivibile interamente al campo dell’irrealtà. Esso, piuttosto, rappresenterebbe il<br />
rifugio, senza immagine, di tutte le immagini, ridotte, come accade alla «piccola<br />
banda» la prima volta che il narratore la scorge, «ad un moto così lento che si<br />
[accosta] all’immobilità» 505 . Ha in tal senso fondati motivi il sostenere che la<br />
499<br />
Cfr. G. Genette, L’âge de noms, in Id., Mimologiques, Seuil, Paris 1976, pp. 315-328, qui p.<br />
315, e Id., Figure II, cit., p. 161.<br />
500<br />
M. Proust, À l’ombre des jeunes filles en fleurs, cit., p. 191; trad. it. pp. 1011-1012.<br />
501<br />
R. Barthes, Proust et les noms, in Id., Nouveaux essais critiques, Seuil, Paris 1972; trad. it. di<br />
R. Guidieri, Proust e i nomi, in Il grado zero della scrittura seguito da Nuovi saggi critici,<br />
Einaudi, Torino 1982, pp. 118-131, qui p. 130.<br />
502<br />
È ancora R. Barthes a sostenere che «il Nome è in effetti catalizzabile; si può riempirlo,<br />
dilatarlo, colmare gli interstizi della sua armatura semica con una infinità di aggiunte» (Id.,<br />
Proust e i nomi, cit., p. 124); mentre A. Bonomi osserva che i nomi, diversamente dalle “parole”<br />
(mots) denotino delle effettive individualità: «a un nome corrisponde una e una sola individualità<br />
nell’universo di discorso. Solo che l’individualità che Proust ha in mente qui è più quella della<br />
rêverie più che quella della percezione o dell’esperienza in senso corrente» (Id., Nomi, mondi,<br />
libri in Proust, in Id., Le immagini dei nomi, Garzanti, Milano 1987, pp. 167-195, qui p. 174; ma<br />
si veda pure dello stesso autore il III cap. della I parte de Lo spirito della narrazione, cit., pp. 75-<br />
115, in part. pp. 105-106).<br />
503<br />
Cfr. M. Proust, À l’ombre des jeunes filles en fleurs, cit., p. 191; trad. it. p. 1012: «(…) mi era<br />
capitato, grazie ad un effetto di sole, di scambiare un tratto di mare più cupo per una costa<br />
lontana, o di contemplare con gioia una zona azzurra e fluida senza sapere se appartenesse al<br />
mare o al cielo. Ben presto la mente ristabiliva fra gli elementi la distinzione che la precedente<br />
impressione aveva abolita».<br />
504<br />
M. Proust, Du côté de chez Swann, cit., p. 380; trad. it. p. 468.<br />
505<br />
M. Proust, À l’ombre des jeunes filles en fleurs, cit., p. 154; trad. it. p. 966.<br />
121