PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA
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intersoggettività sognata e intersoggettività autentica 215 , distinguere «il vissuto<br />
del sogno, in quanto unità nella presenzialità del sonno», e il mondo del sogno<br />
con il proprio io. Laddove infatti, osservava Fink, «l'io sognante [das träumende<br />
Ich] dorme, l'io del mondo dei sogni [das Traumweltich] è sempre,<br />
essenzialmente, un io desto» 216 .<br />
Se, in un senso generale, si giungeva, per questa via, a meglio delucidare<br />
quella dicotomia fra io sognato ed io sognante, le cui attestazioni, sorte attorno al<br />
200 a.C. in ambito taoista 217 , non avevano mai mancato di influenzare la<br />
letteratura e la riflessione filosofica, sia occidentale che orientale 218 ; in una<br />
prospettiva squisitamente fenomenologica, la sfera del sogno e quella della<br />
veglia venivano nettamente separate: non più possibile si dimostrava la<br />
evenienza che il soggetto sognato potesse essere creduto l'io sognante; e così, del<br />
pari, era esclusa ogni ingerenza dell'io sognato nell'ambito proprio dell'io<br />
sognante. Piuttosto, l'accento si poneva sull'opportunità di pensare all'interno di<br />
noi stessi la presenza di due soggetti separati, che avrebbero manifestato la loro<br />
duplice essenza ogniqualvolta ci fossimo dapprima assopiti, generando una<br />
pluralità caleidoscopica di immagini, e poi del tutto addormentati. «Mentre il<br />
mondo della fantasia [die Phantasiewelt] – faceva osservare Fink – è la libera<br />
creazione dell'io immaginante, completamente consegnato al proprio arbitrio,<br />
codesta libertà di mettere in scena [diese Freiheit der Inzenierung] si assottiglia<br />
sempre più all'aumentare del grado di immersione [Versunkenheit]. L'io<br />
immerso, sottratto alla propria volontà, produce in una latente passività<br />
[verborgenen Passivität]» 219 . In tal senso, lo stesso tema dell'intersoggettività<br />
sollevato da Hering ha trovato la propria definizione per mezzo di una<br />
215<br />
Nel ricordato articolo, Quelques Thèmes d'une Phénomenologie du Rêve, Hering,<br />
segnatamente, si domandava: «Comment se distingue phénoménologiquement l'inter-subjectivité<br />
rêvée de la "vrai"?» (Ivi, p. 76).<br />
216<br />
E. Fink, Studien zur Phänomenologie, p. 65. Medesime riflessioni avevano accompagnato nel<br />
semestre invernale 1966-’67, il confronto di Fink e di Heidegger sul pensiero di Eraclito. Fink, in<br />
particolare, aveva in quest’occasione osservato: «Colui che dorme, ovvero l’io dormiente, è<br />
anche l’io sognante, il quale non è l’io del mondo onirico, che è sveglio e vede. Nel mondo del<br />
sogno, l’io del mondo onirico si comporta in modo simile all’io sveglio. Mentre l’io sognante<br />
dorme, l’io sognato del mondo onirico si trova nello stato di veglia. (…). Un’analisi<br />
fenomenologica del sogno mostra che non è l’io dormiente, ma quello sognato, che si accende<br />
una luce. Nonostante il dormiente non veda nulla, in quanto sognante ha però un io sognato che<br />
vive delle esperienze» (M. Heidegger, E. Fink, Heraklit, hrsg. v. F. W. von Hermann<br />
Klostermann, Frankfurt a. M. 1970; trad. it. di M. Nobile, Discorso intorno a Eraclito, Coliseum,<br />
Milano 1992, p. 258).<br />
217<br />
Celebre è l'apologo di Chuang-Chou (morto attorno al 275 a.C.): «Un tempo, racconta<br />
Chuang-Tzû, durante una notte, io fui una farfalla che svolazzava contenta del suo destino. Poi<br />
mi svegliai, ed ero Chuang-Chou. Chi sono in realtà? Una farfalla che sogna d'essere Chuang-<br />
Chou oppure Chuang-Chou che s'immagina di essere stato una farfalla?» (cit. in La forza del<br />
sogno. Il sogno nella letteratura di tutti i tempi, a c. di R. Caillois, Guanda, Parma 1963, p. 21).<br />
218<br />
Cfr. R. Caillois, Problemi logici e filosofici del sogno, in AA.VV., Il sogno e le civiltà umane,<br />
Laterza, Bari 1966, pp. 29-59.<br />
219<br />
E. Fink, Studien zur Phänomenologie, p. 65.<br />
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