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PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA

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esso si riempie di sempre nuovi eventi rimemorati. Quelli che precedentemente erano stati solo<br />

prefigurati, ora sono quasi-presenti, quasi nel modo della presenza realizzante» 912 ,<br />

in ragione della “correlatività” che tiene insieme rammemorazione e<br />

identificazione, si deve riconoscere una traslazione di quest’ultima all’interno<br />

dell’“orizzonte posto”. L’”orizzonte intenzionale” è stato delucidato nelle sue<br />

linee generali, ossia come insieme di ricordi e di anticipazioni concernenti un<br />

oggetto nella sua autentica identità in quanto correntemente percepito 913 , fin dal<br />

precedente capitolo; quanto tuttavia resta ancora da definire è la struttura di<br />

orizzonte che prende forma quando dal punto di partenza rappresentato<br />

necessariamente dall’oggetto dato in maniera diretta si passa ad un ambito nel<br />

quale «la riflessione si rifà ai modi rispettivi della coscienza e a quei modi<br />

potenziali racchiusi nei primi come nel loro orizzonte, e infine a quelli in cui<br />

l’oggetto potrebbe essere consaputo come il medesimo» 914 ; e ciò grazie<br />

all’insieme di possibilità di rievocazione che di volta in volta il ricordo consente<br />

di esperire 915 . Più propriamente, la transizione dal “generale orizzonte<br />

intenzionale”, rappresentato dai ricordi e dalle attese, al mero “orizzonte<br />

intenzionale”, rappresentato invece dalle ritenzioni e dalle protenzioni 916 ,<br />

912 E. Husserl, Zur Phänomenologie des Inneren Zeitbewußtseins, cit., p. 53; trad. it. p. 84.<br />

913 Cfr. E. Husserl, Erfahrung und Urteil, cit., p. 193; trad. it. p. 29: «Ogni percezione ha il suo<br />

orizzonte ritenzionale e dà la possibilità di entrare in quest’orizzonte e di spiegarlo in ricordi.<br />

Perciò ogni connessione che non è intuibile nell’unità di una percezione rimanda a catene di<br />

connessioni che stanno nell’unità di un’intuizione reale e rimandano quindi a possibili<br />

rammemorazioni continue che restituiscono intuitivamente quelle catene di connessioni».<br />

914 E. Husserl, Cartesianische Meditationen, cit., p. 87; trad. it. p. 78.<br />

915 D’accordo con G. Piana si dovrà al riguardo osservare che, quantunque la «tematica del<br />

ricordo come rievocazione ci conduce a considerare in primo luogo il peso del presente sul<br />

passato, il peso dunque delle esperienze successive sulle esperienze precedenti, delle possibilità<br />

future rispetto a ciò che è già accaduto», sarà opportuno riconoscere che sull’appropriazione<br />

operata dal ricordo pesa ancora l’estraneità costitutiva del passato: «in fondo i ricordi non hanno<br />

peso. Nella rievocazione prendiamo le nostre distanze dal passato; e possiamo liberarci da esso».<br />

Quando invece il peso del passato grava sul presente, quando, cioè, ci si pone prima del vero e<br />

proprio inizio del processo rievocativo, si dovrebbe considerare il passato come l’«orizzonte di<br />

senso del presente», come il suo imprescindibile «scenario» (Id., Elementi di una dottrina<br />

dell’esperienza, cit., pp. 93-95 passim).<br />

916 E. Husserl, Cartesianische Meditationen, cit., p. 82; trad. it. pp. 73-74: «Ogni Erlebnis ha un<br />

orizzonte che varia col mutare delle sue connessioni nella coscienza e col mutare della sua fase di<br />

svolgimento – un orizzonte intenzionale costituito dalle indicazioni delle potenzialità della<br />

coscienza appartenenti al momento stesso considerato. (…). Gli orizzonti sono delle potenzialità<br />

delineate. Noi diciamo anche che si può interrogare ogni orizzonte su ciò ch’esso contiene,<br />

esplicarlo, rivelare infine le singole potenzialità del vivere della coscienza». Codeste potenzialità<br />

sono esperite attraverso le aspettazioni e i ricordi, associati in ogni momento col nostro atto<br />

percettivo. Ed infatti dire che ogni oggetto esperito serba un di più rispetto a quanto esso mostri<br />

nella singola percezione, significa per certi versi dire che noi ci attendiamo altri caratteri; «inoltre<br />

– scrive Husserl – ogni percezione possiede sempre un suo orizzonte di passato come potenzialità<br />

di suscitare atti di rammemorazione». Ma invero accanto a queste due componenti sono quelle<br />

rappresentate dalla “ritenzione” e dalla “protenzione”, che profilano quello che qui – d’accordo<br />

con una terminologia proposta da I. Miller – si è definito l’”orizzonte” intenzionale,<br />

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