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PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA

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del soggetto, quanto il suo dispiegarsi pratico 278 . Non solo, quindi, gli atti dell’io<br />

sarebbero privi di unità, ma l’io puro stesso sarebbe soggetto ad una scissione, la<br />

quale parrebbe consigliare di guardare alla dimensione iletica originaria come il<br />

luogo di una totalità che non ci è mai data, ma che, tuttavia, rappresenta, nella<br />

forma di un indefinito intenzionale, l’insieme delle possibilità d’ogni vissuto.<br />

Gli interrogativi che Jacques Derrida ha esemplarmente rivolto verso<br />

questo snodo della riflessione fenomenologica di Husserl hanno ritenuto valida<br />

la risposta che ponesse l’io puro nell’impossibilità di essere pensato senza una<br />

storia genetica, senza una sostanziale coincidenza con la forma concreta del<br />

tempo. Essi, più esattamente, hanno stimato che l’idea di una intuizione<br />

dell’indefinito, alla quale Husserl fa esplicito riferimento nel § 83 del I Libro<br />

delle Ideen, fosse da revocare in dubbio, perché contraddittoria, dal momento<br />

che, ove la si fosse accolta, si sarebbe dato un contenuto concreto ad un<br />

indefinito 279 . Invero, il gesto teorico compiuto da Husserl nel definire l’ambito<br />

iletico originario, sembrerebbe voler pervenire, come si è osservato, ad una<br />

dimensione temporalmente originaria, ove non viga alcun criterio riconducibile<br />

ad una “organizzazione intenzionale” del tempo in forza della quale la coscienza,<br />

sempre passiva nel ricevere una “impressione originaria”, allorché si ponga come<br />

coscienza di un “presente”, inteso nella sua dimensione pienamente temporale,<br />

deve dimostrare una capacità generativa 280 . Non così è dato osservare nella sfera<br />

278 Ivi, p. 409: «V’è da sottolineare una doppia latenza dell’io per se stesso: 1) la originaria<br />

latenza del soggetto non ancora sviluppato nella “coscienza di sé” [“Selbstbewußtsein”]; 2) la<br />

latenza dell’io umano, che è soggetto attivo». Cfr. M. Sommer, Evidenz im Augenblick. Eine<br />

Phänomenologie der reinen Empfindung, Suhrkamp, Frankfurt a. M. 1996, p. 27:<br />

«L’autopercezione dell’io implica la divisione dell’io».<br />

279 J. Derrida articola la propria critica in Il problema della genesi nella filosofia di Husserl, cit.,<br />

in part. alle pp. 192-194. Egli ha soprattutto riguardo per il dettato di Ideen I, laddove esso,<br />

segnatamente, afferma che «quando lo sguardo dell’io puro coglie riflessivamente, e<br />

precisamente afferrando percettivamente, un qualunque vissuto, esso può anche – per una<br />

possibilità a priori – dirigere lo sguardo verso altri vissuti che siano in connessione con il primo.<br />

Ma per principio l’intera connessione non è e non può mai esser data in un unico sguardo puro»;<br />

tuttavia, prosegue Husserl, essa può anche afferrarsi intuitivamente, «nel modo della<br />

“illimitatezza nel progresso” delle intuizioni immanenti» (Id., Ideen zu einer reinen<br />

Phänomenologie und phänomenologischen Philosophie. Erstes Buch, cit., p. 166; trad. it. pp.<br />

206-207). Se ne trae, per Derrida, l’intenzione di Husserl di introdurre qui una pretesa intuizione<br />

di una totalità infinita, al fine di salvaguardare la purezza immanente e monadica dell’io<br />

intemporale. Husserl, quindi, fingerebbe «di approfondire questa temporalità solo per farla<br />

sfuggire alla sua essenza dialettica: non vi è intuizione attuale della totalità infinita delle<br />

connessioni, ma vi è un’intuizione attuale dell’indefinità stessa di questa totalità di connessioni»<br />

(Id, Il problema della genesi, cit., p. 193).<br />

280 E. Husserl, Zur Phänomenologie des Inneren Zeitbewußtseins, in Husserliana, Bd. X, hrsg. V.<br />

R. Boehm, Martinus Nijhoff, Den Hague 1966, p. 100; trad. it. di A. Marini, Per la<br />

fenomenologia della coscienza interna del tempo, Franco Angeli, Milano 1981, pp. 124-125.<br />

Assai puntualmente, P. Spinicci, La grammatica e l’intuizione. Considerazioni su alcuni temi<br />

delle Lezioni di Husserl sulla coscienza interna del tempo, in AA.VV., Il problema<br />

dell’intuizione. Tre studi su Platone, Kant, Husserl, Bibliopolis, Napoli 2002, pp. 161-193, rileva<br />

al riguardo: «a ciò che di volta in volta le si impone – all’istante dell’impressione originaria – la<br />

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