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PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA

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Enzo Paci, riflettendo sul rapporto fra sogno e fenomenologia, osservava<br />

che nella dimensione onirica «si ritrovano, a partire dal presente, gli elementi del<br />

passato che sono necessari alla praxis del presente per costruire un avvenire<br />

orientato e teleologico» 347 . Per tale ragione, l’orizzonte peculiare alla temporalità<br />

onirica si dovrebbe intendere come connotato da una irreversibilità contrapposta<br />

in senso assoluto a quel tempo significativo che «conferisce una continuità e un<br />

senso alle storie individuali ed alla storia dell’umanità» 348 . Per Paci, il romanzo<br />

proustiano rivela più d’altri codesta vocazione alla realizzazione di una<br />

temporalità che, attingendo al presente, rievochi un passato che possa essere<br />

declinato al futuro 349 . Da parte dell’autore francese si promuoverebbe, in<br />

particolare, il ritorno ad un elemento femminile e materno attraverso<br />

l’individuazione di una sua concreta possibilità entro i confini di un mondo<br />

esteticamente perfetto, se pure tormentato dall’impossibilità di concretarsi in una<br />

percezione pienamente definita, dal momento che in esso ogni impressione,<br />

sviluppata in grazia dell’analogia, raggiungerebbe l’interiorità della memoria e si<br />

illuminerebbe in un crescendo inarrestabile, destinato, però, a troncarsi nel<br />

momento della sua decisiva chiarificazione 350 . La difficoltà di acquisire una<br />

chiara e distinta percezione risiederebbe nella diegesi stessa della Recherche, nel<br />

suo dispiegarsi secondo una cronologia che allo sprofondarsi dell’uomo nel<br />

sonno alterna «il suo lento risvegliarsi a se stesso, il suo ritrovare la propria<br />

individualità, tra le tante possibili», per poi riperderla nuovamente «in un sogno<br />

cosciente» 351 . In tal senso, l’estetica che caratterizzerebbe, nell’interpretazione<br />

347 E. Paci, Per un’analisi fenomenologica del sonno e del sogno, in Il sogno e le civiltà umane, a<br />

c. di C. Gallini, Laterza, Bari 1966, pp. 247-255, qui pp. 250-251.<br />

348 Ivi, p. 254.<br />

349 Cfr. Ivi, pp. 249-250, nonché Id., Tempo e verità nella fenomenologia di Husserl, cit., pp. 73 e<br />

148 e Id., Diario fenomenologico, cit., p. 34, dove segnatamente si legge: «(…) penso a Proust.<br />

Sedimentazione. Passato che si costituisce, si fa, si addensa e poi si rivela in un gesto del<br />

presente. Non è soltanto un tempo perduto e ritrovato. È un tempo che maturava e che ora<br />

fiorisce in una musica divenuta visibile, corporea. (…). Che cos’è la sedimentazione? Significati<br />

addormentati che attendono, significati imprigionati, ma pronti, tesi ad un richiamo che li risvegli<br />

e li rinnovi»; ma cfr. altresì ivi, p. 63.<br />

350 E. Paci, L’uomo di Proust, in Id., Relazioni e significati, vol. 3, Lampugnani Nigri, Milano<br />

1966, pp. 49-62, qui p. 49 e pp. 52-53 passim. Sulla rilevanza della poetica proustiana nel<br />

pensiero di Paci, si rinvia a M. B. Ponti, La fenomenologia dell’estetico, in AA.VV., Ripensare<br />

l’estetica. Un progetto nazionale di ricerca, Centro Internazionale Studi di Estetica, Palermo<br />

1999, pp. 83-90, in part. pp. 83-84; A. Borghesi, “Profondo è il pozzo del passato”. Enzo Paci e<br />

il mito della rinascita in Proust e Mann, in Le letterature straniere nell’Italia dell’entre-deuxguerres.<br />

Atti del Convegno di Milano, 26-27 febbraio e 1 marzo 2003, a c. di E. Esposito, Pensa,<br />

Lecce, pp. 131-150, in part. pp. 139-148; ma si veda pure, per le considerazioni sul concetto di<br />

“sedimentazione” elaborato da Paci nel Diario fenomenologico attraverso una attenta<br />

considerazione delle pagine proustiane ed un confronto con la riflessione di Merleau-Ponty, il<br />

saggio di M. Carbone, Udire l’inaudito. Di Proust, del suo “platonismo”e della musica che non<br />

c’è, in Quaderni di Materiali di Estetica. Omaggio a Paci, a c. di E. Renzi e G. Scaramuzza,<br />

CUEM, Milano 2006, vol. 1, pp. 203-211.<br />

351 E. Paci, L’uomo di Proust, cit., p. 50.<br />

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