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PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA

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differenza di quanto venga sostenuto nella prima Critica kantiana, allorché<br />

Husserl afferma che «il tempo è la forma della sensibilità [die Zeit ist die Form<br />

der Sinnlichkeit]», tiene a sottolineare che «forma significa qui però fin da<br />

principio il carattere che necessariamente precede ogni altro nella possibilità di<br />

una unità intuitiva ["Form" besagt hier aber von vornherein den notwendig<br />

allem anderen in der Möglichkeit einer anschaulichen Einheit vorausgehenden<br />

Charakter]» 91 . Ne discende che, in Husserl, «il tempo non è soltanto una<br />

kantiana "forma" dell'intuizione in cui accogliamo, ordinandoli in successione, i<br />

dati del senso esterno e quelli del senso interno ma la forma vivente in cui l'uomo<br />

e il suo mondo circostante vivono il loro stesso divenire esperienziale» 92 . È su<br />

unisce, nel modo dell'ora che entra in scena [Auftretende], tutto ciò che è senza connessione, e<br />

questo legame originario [Urverbindung] di ciò che è privo di connessione produce esattamente,<br />

a partire dalla coscienza universale momentanea, una globalità [Gesamtheit], una unità [Einheit],<br />

la quale, in quanto tale, è unitariamente una percezione e costituisce originariamente una serie<br />

temporale [Zeitreihe] e perciò essa costituisce per l'ora di ogni oggetto separato una relazione, un<br />

ora legato e costituito dell'ora separato, dunque la sua simultaneità [Gleichzeitigkeit]; e pertanto<br />

essa costituisce in tal modo anche i rapporti temporali in generale di ciò che è costituito nella<br />

separazione». Ma, parimenti, in Ding und Raum. Vorlesungen 1907, in Husserliana, Bd. XVI,<br />

hrsg. v. U. Claesges, Martinus Nijhoff, Den Haag 1973, p. 64, si legge: «La forma percettiva<br />

temporale dona al contenuto della sensazione di tutte le fasi e, del pari, alle fasi dell'apprensione,<br />

una unità, e, più esattamente, una unità successiva continua. Questa unità, lo ripeto, è continua,<br />

dunque una unità senza cesure [Die zeitliche Wahrnehmungsform gibt dem Empfindungsinhalt<br />

aller Phasen und ebenso den Auffassungsphasen eine Einheit, und zwar eine kontinuierliche<br />

Reiheneinheit. Diese Einheit ist, wiederhole ich, kontinuierliche, also ungebrochene Einheit]».<br />

91 E. Husserl, Erfahrung und Urteil, cit., p. 191; trad. it. p. 149.<br />

92 E. Franzini, Il significato del tempo in Husserl e Bergson. Punti teoretici per un'estetica<br />

fenomenologica, in E. Franzini - R. Ruschi, Il tempo e l'intuizione estetica, Unicopli, Milano<br />

1982, pp. 157-265, qui p. 168. Più esaustivamente, E. Coppola, L'eterno flusso eracliteo. Il tempo<br />

fenomenologico nella filosofia di Edmund Husserl, Guerini, Milano 2004, ha osservato che<br />

«Husserl completa la tesi kantiana che tutte le nostre rappresentazioni sono disciplinate dalla<br />

condizione formale del senso interno con la tesi che l'ordinamento delle posizioni nel flusso<br />

[temporale dei fenomeni] è inseparabile, di fatto e di diritto, dalla concezione della temporalità<br />

come sostegno del comparire del materiale sensibile» (Ivi, p. 28). Per J. N. Mohanty, Kant and<br />

Husserl, in «Husserl Studies», 13, 1996, pp. 19-30, occorrerà altresì precisare che l'Estetica<br />

trascendentale kantiana aveva a proprio fondamento delle nozioni di spazio e di tempo derivate,<br />

rispettivamente, dalla geometria euclidea a dalla fisica newtoniana, laddove una ipotetica<br />

Estetica trascendentale husserliana concernerebbe «la costituzione di un mondo estetico prescientifico».<br />

Più in generale, Mohanty fa osservare che in Husserl vi sarebbe un «sistema<br />

universale di esperienza», fondato su un generale principio induttivo e provvisto di un catalogo<br />

«di infinite presunzioni induttive», sicché in esso non potrebbero trovare luogo forme a priori<br />

analoghe a quelle di spazio e di tempo, presenti in Kant: «L'Estetica Trascendentale, nella<br />

prospettiva di Husserl, ha i seguenti livelli: 1) La correlazione fra le cose e l'io concretamente<br />

percettivo, con le sue esperienze cinestetiche e somatiche; 2) La struttura del mondo come puro<br />

mondo percepito; 3) La struttura di una esperienza unificata; 4) La motivazione per una<br />

transizione verso considerazioni di tipo ideale». Di questi livelli solo il terzo trova aderenza con<br />

il dettato kantiano, e, peraltro, con quello consegnato all'Analitica Trascendentale, mentre gli altri<br />

testimoniano in modo inequivocabile di come l'Estetica Trascendentale fenomenologica sia<br />

affrancata da qualsiasi apriori spazio-temporale (Ivi, pp. 20-21). È, d'altronde, lo stesso Husserl<br />

ad affermare che: «Kant non si spinge fino al vero senso della correlazione tra la conoscenza e la<br />

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