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PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA

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procede a sua volta entro una presenza originaria la quale non ha, diversamente<br />

dalle forme soggettive della coscienza interiore del tempo, un carattere<br />

fluente 917 , bensì una forma stabile entro una continuità fluente. Come già Fink<br />

ebbe occasione di puntualizzare, il «modo d’essere [Seinsart]» della coscienza<br />

interna del tempo si tradurrebbe in una chiarificazione dell’orizzonte in cui<br />

avrebbe dimora una forma assolutamente trascendentale della soggettività 918 , una<br />

forma che si esplica in quella particolare forma di “flusso di vissuto”<br />

(Erlebnisstrom), nella quale «incontro un “vivente”, cioè un presente mio,<br />

soggettivo, con la sua stuttura originariamente presente e il suo “orizzonte” di<br />

appena-passato e di futuro» 919 . A sua volta la presenza originaria si identifica con<br />

il “tempo immanente” 920 . Husserl propriamente scrive:<br />

«Se faccio attenzione ai punti della presenza originaria, essi costituiscono un continuum fluente<br />

di forma stabile, la forma del tempo immanente. Se io nello stesso tempo faccio ora attenzione<br />

alla continuità dei presenti compiuti, trovo che ad ogni punto del tempo immanente (ovvero ad<br />

ogni presenza originaria che ad esso appartiene, e che si obiettiva nella forma del tempo<br />

identificabile in riproduzioni ripetute) appartiene parimenti una compiuta presenza obiettivata, la<br />

quale solo secondo il suo punto della presenza originaria risiede nel tempo immanente di tali<br />

presenze originarie. Nello stesso tempo, però, l’orizzonte, che è circondato di volta in volta dal<br />

punto della presenza originaria, “si riferisce” ad un tratto del tempo immanente: intenzionale» 921 .<br />

La complessità del dettato husserliano invita a procedere ad alcuni chiarimenti in<br />

merito, segnatamente, alla differenza corrente fra la continuità dei presenti<br />

viventi e la struttura del tempo immanente che, fin dalle lezioni del 1905, è stata<br />

indicata come fissa 922 . Se la temporalità immanente è al fondamento della<br />

distinguendolo dal “generale orizzonte intenzionale” cui fanno capo i ricordi e le attese (Id.,<br />

Husserl, Perception, and Temporal Awareness, cit., p. 85).<br />

917 E. Husserl, Die Bernauer Manuskripte über das Zeitbewusstsein, cit., pp. 46-47: «Ogni<br />

coscienza del contingente Ux è in sé, come già detto, protenzione del futuro e ritenzione del<br />

passato. Questo significa, ogni attuale momento di coscienza, ossia ciò che è proprio ora<br />

presente, ha in sé un doppio orizzonte: è un una coscienza rivolta in avanti e all’indientro e lo è<br />

dopo ogni punto. Mentre scorre Ux si muta non solo in generale in un nuovo Ux, bensì esso, che<br />

è precoscienza in ogni fase puntuale dell’Ux, proprio esso si muta in ciò che è già compiuto; la<br />

realtà è realizzazione di una coscienza anticipante. Ciò si protrae in modo costante. Di contro,<br />

ogni Ux è rivolto all’indietro, è “ritenzione” del preterito [Vorangegangenen] e questo è perciò<br />

cosciente in Ux come preterito. Se si muta la coscienza Ux del presente in una nuova, allora si<br />

“invera” [“verwirklicht”] non solo l’orizzonte del futuro in un passaggio continuo, bensì si<br />

annulla [entwirklicht sich] anche l’Ux stesso; esso si muta in una realtà presente, che è ritenzione<br />

dell’Ux, e questo in modo costante, cosicché ogni ritenzione, che diventa attuale nella coscienza,<br />

diventa cosciente nel continuo fluire in una ritenzione della ritenzione e così via, ecc.».<br />

918 Cfr. R. Bruzina, The Revision of the Bernau Time-Consciousness Manuscripts: Status<br />

Questionis – Freiburg, 1928-1930, in «Alter», 1, 1993, pp. 357-383, qui p. 362.<br />

919 E. Husserl, Die Bernauer Manuskripte über das Zeitbewusstsein, cit., p. 274.<br />

920 Ivi, p. 274: «Se faccio attenzione ai punti della presenza originaria, essi costituiscono un<br />

continuum fluente di forma stabile, la forma del tempo immanente».<br />

921 Ivi, p. 274.<br />

922 Cfr. E. Husserl, Zur Phänomenologie des Inneren Zeitbewußtseins, cit., p. 27; trad. it. p. 63:<br />

«Del fenomeno del decorso noi sappiamo che è una continuità di mutamenti incessanti la quale<br />

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