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PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA

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di tale aporia, e quindi collocandosi in un piano consimile, semmai, a quello del<br />

preconscio psicanalitico 1223 , la riflessione di Husserl tenderebbe però a<br />

ricondurre il corredo motivazionale “oscuro” entro un processo mnemonico, nel<br />

quale i diversi vissuti conoscerebbero uno slittamento attenzionale e temporale<br />

che li renderebbe inavvertiti 1224 . Nuovamente da tali annotazioni discenderebbe<br />

una declinazione dell’inconscio coerente, in quanto suo mero correlato “oscuro”,<br />

con la struttura della coscienza. Invero, in un’esperienza caratterizzata come<br />

presente continuamente trapassante nella ritenzione, il graduale scemare delle<br />

affezioni fino al punto in cui si costituisce una zona di affettività zero, inconscia,<br />

e tuttavia, grazie al ricordo, sempre a disposizione dell’io 1225 , rappresenta una<br />

dinamica che è necessario puntualizzare (a meno di voler, contro il dettato delle<br />

lezioni sulla coscienza interna del tempo, accreditare il ricordo della intera<br />

funzione trascendentale della coscienza), non riuscendo essa a spiegare i modi in<br />

cui il grado zero della affettività possa conciliarsi con una coscienza che, invece,<br />

non parrrebbe mai azzerarsi 1226 .<br />

Un ausilio per intraprendere tale delucidazione parrebbe provenire dal<br />

dettato della Krisis e segnatamente della Beilage XXI redatta da Fink, nella quale<br />

è sì vero che il fenomeno dell’inconscio, o, meglio, i problemi che gli sono<br />

peculiari vengono sussunti nella «lunga via metodica» che parte dalle analisi<br />

intenzionali elementari per muovere «verso la teoria intenzionale<br />

dell’”inconscio”» 1227 , ma è altrettanto vero che in ciò è già implicitamente<br />

coincidenza tra la certezza dell’”io sono” e la possibilità dell’illusione su se stessi, è possibile che<br />

si installi una certa problematica sull’inconscio»(Id., Del’interpretation. Essai sur Freud, Seuil,<br />

Paris 1965; trad. it. di E. Renzi, Dell’intepretazione. Saggio su Freud, il Saggiatore, Milano<br />

2002, p. 411).<br />

1223 Cfr. S. Freud, Die Traumdeutung (1899), Imago Publishing, London 1942; trad. it. di E.<br />

Facchinelli, H. Trettl, L’interpretazione dei sogni, Bollati Boringhieri, Torino 2006, p. 537:<br />

«chiamiamo preconscia (…) la serie di pensieri iniziata e abbandonata [che continua] la propria<br />

trama senza che l’attenzione le si rivolga di nuovo, a meno che non raggiunga in un punto<br />

un’intensità singolarmente alta, che strappa l’attenzione».<br />

1224 E. Husserl, Ideen zu einer reinen Phänomenologie und phänomenologischen Philosophie.<br />

Zweites Buch, cit., p. 222; trad. it. p. 226: «Un pensiero mi “ricorda” altri pensieri, richiama alla<br />

memoria un vissuto passato. In certi casi può addirittura venir percepito. nella maggior parte dei<br />

casi però la motivazione è realmente presente alla coscienza, ma non riesce ad assumere rilievo,<br />

non viene notata, è inavvertita (“inconscia”)».<br />

1225 V. Costa, E. Franzini, P. Spinicci, La fenomenologia, cit., p. 235.<br />

1226 F. S. Trincia rimoluda soltanto i termini della questione, allorché afferma che la causalità<br />

attiva e quella passiva sarebbero intrecciate nel meccanismo della motivazione, attraverso un<br />

rapporto che vedrebbe la causalità passiva fornire «il materiale non tetico alla causalità attiva cui<br />

resta collegata», sicché lo “sfondo passivo” rappresentato dall’inconscio sarebbe sempre tenuto<br />

fermo dalla “esigenza razionale” di ricostruzione dei nessi (Id., Coscienza e inconscio tra<br />

psicanalisi e fenomenologia, cit., p. 164).<br />

1227 E. Husserl, Die Krisis der europäischen Wissenschaften und die transzendentale<br />

Phänomenologie, cit., p. 473; trad. it. p. 499. I. Yamaguchi, Die Frage nach dem Paradox der<br />

Zeit, in «Recherches Husserliennes», 17, 2002, pp. 25-49, in part. p. 32, ha voluto in questa<br />

“lunga via metodica” vedere il passaggio da una fenomenologia statica ad una fenomenologia<br />

genetica, trascurando però, come si avvede L. Ni, Urbewußtsein und Unbewußtsein in Husserls<br />

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