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PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA

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Göttingen è espressamente determinata nel legame fra «l’apparire [Erscheinen] e<br />

ciò che appare [Erscheinendem] » 551 , legame nel quale l’”apparire” non si<br />

esplicita come una donazione per il solo soggetto conoscente, ma, all’opposto,<br />

come una donazione di ciò che appare. Sotto questo riguardo risulterebbe<br />

condivisibile l’opinione di Jean-Luc Marion, secondo la quale la fenomenologia<br />

inizia fra il 1900 e il 1901, perché è allora che, per la prima volta, il pensiero<br />

vede «l’apparire che appare nell’apparizione [apparaître l’apparaissant dans<br />

l’apparition]», cosicché l’”apparire” deve venir compreso non più come “dato<br />

della coscienza”, ma come “dono alla coscienza” da parte della cosa stessa, nei<br />

modi stessi dell’apparire e di tutte le sue dimensioni (intuizioni, intenzioni,<br />

ecc.) 552 . Ma, lungi dal risolvere l’aporia determinatasi dal reciproco inerirsi di<br />

cogitatio reale e guardare puro, la interpretazione proposta da Marion ne<br />

denunzia, pur implicitamente, lo scandalo. Non parrebbe infatti sufficiente<br />

sostenere che «l’assoluta datità [sia] un che di ultimo» 553 , ovvero che la<br />

donazione precederebbe e la intuizione e la significazione, restando il dato per la<br />

coscienza quello che è, sia che l’oggetto rappresentanto esista sia che esso sia<br />

solo immaginato o addirittura assurdo 554 , poiché, se si seguisse questa lettura,<br />

Erfahrungsgegenstand und Gegebenheitsweisen] (durante l’elaborazione delle mie Ricerche<br />

logiche, pressappoco 1898) mi scosse tanto profondamente, che d’allora in poi, il lavoro di tutta<br />

una vita fu dominato dal compito di elaborarlo sistematicamente» (Ivi, p. 169, n. 1; trad. it. p.<br />

292, n. 13).<br />

551 E. Husserl, Die Idee der Phänomenologie, cit., p. 14; trad. it. p. 55.<br />

552 J.-L. Marion, Réduction et donation, Puf, Paris 1989, p. 53. Ma si leggerà pure dalla Krisis il<br />

passo che vuole che: «ciò che è, in qualsiasi senso, concreto o astratto, reale o ideale, [abbia] i<br />

suoi modi di autodonazione in persona [Weisen der Selbstgegebenheit]» (Die Krisis der<br />

europäischen Wissenschaften und die transzendentale Phänomenologie, cit., p. 169; trad. it. p.<br />

193 [trad. modificata, tenendo conto della versione francese di A. Lowit, E. Husserl, L’Idée de la<br />

phénoménologie, Puf, Paris 1970, che rende Selbstgegebenheit con “donnée en personne” e della<br />

versione di A. Vasa, che traduce, invece, lo stesso vocabolo con “datità diretta”, secondo una<br />

scelta di cui lo stesso dà conto alla n. 7 della p. 46 dell’edizione da lui curata con M. Rosso, nel<br />

1981]), onde, con Marion, trarre la conclusione che il percepito in termini fenomenologici non<br />

consiste nell’ampliamento dell’intuizione, né nell’autonomia della significazione, ma nella<br />

primazia sola ed incondizionata della donazione del fenomeno: «intuizione e intenzione, in tanto<br />

sono libere, in quanto vi provvede la donazione che le illumina, o, piuttosto, non smette di<br />

illuminarle, affidando ad esse i “modi di donazione” di ciò che appare. Esse non donerebbero<br />

nulla, se ogni cosa non fosse, improvvisamente, donata, in virtù del principio di correlazione,<br />

dall’apparire» (Id., Réduction et donation, cit., p. 53). Per una analitica disamina sulla nozione di<br />

“donazione” elaborata da J.-L. Marion, si rinvia alla chiara ed esaustiva esposizione di C.<br />

Canullo, La fenomenologia rovesciata. Percorsi tentati in Jean-Luc Marion, Michel Henry e<br />

Jean-Louis Chrétien, Rosenberg & Sellier, Torino 2004, in part. pp. 114-132.<br />

553 E. Husserl, Die Idee der Phänomenologie, cit., p. 61; trad. it. p. 92.<br />

554 E. Husserl, Logische Untersuchungen, Zweiter Band: Untersuchungen zur Phänomenologie<br />

und Theorie der Erkenntnis. Zweiter Teil, cit., p. 386-387; trad. it. p. 164. Marion, d’altronde,<br />

sostiene che quanto a questa altezza del suo pensiero Husserl enunci, resti vivo anche nelle<br />

pagine del I Libro delle Ideen, in particolare, quando al § 19, si scrive: «L’immediato “vedere”,<br />

non soltanto il vedere sensibile, empirico, ma il vedere in generale, come coscienza<br />

originalmente offerente [originär gebendes] di qualunque specie, è la sorgente ultima di<br />

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