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PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA

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particolare atto 302 . Nondimeno, da altri è stata avanzata la proposta di ritenere il<br />

noema come una entità che pur non essendo distinta ontologicamente<br />

dall’oggetto inteso, lo sia logicamente. Sulla scorta di alcuni passi di Husserl 303 ,<br />

si è ritenuto di poter articolare la struttura complessiva che fa capo alla nozione<br />

di noema, secondo tre fondamentali elementi: «l’oggetto nel come dei suoi modi<br />

di datità, l’oggetto nel come delle sue determinatezze e indeterminatezze e<br />

l’oggetto in quanto tale» 304 . Se il primo elemento può venire assunto come il<br />

correlato della noesi nella sua interezza, vale a dire della noesi quale essa si<br />

presenta alla descrizione fenomenologica 305 , il secondo elemento ci consente di<br />

apprendere che «il senso (…) non è un’essenza concreta nella compagine<br />

complessiva del noema, ma una sorta di forma astratta che inabita in esso» 306 : il<br />

senso insito nel noema è, per Husserl, privo di qualsiasi implicazione soggettiva,<br />

sicché sarà necessario definirlo come l’identità dell’oggetto a sé, pur al variare<br />

dei modi di datità e della presenza o meno di un soggetto. Ma perché codesta<br />

identità si dia, si deve ricorrere al terzo ed ultimo elemento, nel quale il noema<br />

racchiude l’oggetto come tale. L’opportunità di distinguere «la pura X ottenuta<br />

astraendo da tutti i predicati» 307 , deriva dall’esigenza di mantenere ferma<br />

l’identità dell’oggetto intenzionato, pur nel variare delle sue determinazioni,<br />

facoltà e prospettive 308 . Il processo è rappresentato da Husserl ricorrendo ad una<br />

significativa immagine ottica: «Nel compimento dell’atto – scrive – il raggio<br />

visivo dell’io puro, suddividendosi in una molteplicità di raggi, va alla X che<br />

302 A. Gurwitsch, The Field of Consciusness, cit., p. 176. Ma, invero, codesta distinzione è resa<br />

esplicita da Husserl stesso, e, segnatamente, nel § 17 della V delle Logische Untersuchungen: «In<br />

rapporto al contenuto intenzionale inteso come oggetto dell’atto va distinto l’oggetto nel modo in<br />

cui esso viene intenzionato e l’oggetto che viene intenzionato in quanto tale [In Beziehung auf<br />

den als Gegenstand des Aktes verstandenen intentionalen Inhalt ist folgendes zu unterscheiden:<br />

der Gegenstand, so wie er intendiert ist, und schlechtin der Gegenstand, welcher intendiert ist]»<br />

(Logische Untersuchungen, Zweiter Band, cit., p. 414; trad. it. p. 187).<br />

303 E. Husserl, Ideen zu einer reinen Phänomenologie und phänomenologischen Philosophie.<br />

Erstes Buch, cit., pp. 266-269; trad. it. p. 321-323 (§ 129), dove, fra l’altro, si legge: «Ogni<br />

noema ha un “contenuto”, cioè il suo “senso”, e per mezzo di esso si riferisce al “suo” oggetto»<br />

(Ivi, p. 267; trad. it. p. 321).<br />

304 R. Lanfredini, Husserl. La teoria dell’intenzionalità, Laterza, Bari-Roma 1994, p. 158.<br />

305 Ivi, pp. 158-159.<br />

306 E. Husserl, Ideen zu einer reinen Phänomenologie und phänomenologischen Philosophie.<br />

Erstes Buch, cit., p. 273; trad. it. p. 328.<br />

307 Ivi, p. 271; trad. it. p. 325.<br />

308 Ivi, p. 271; trad. it. pp. 325-326: «Noi diciamo che l’obiectum intenzionale è costantemente<br />

dato alla coscienza nel processo continuo o sintetico della coscienza, ma che le “si dà sempre<br />

diversamente”; che esso è sempre il “medesimo”, solo che è dato con predicati diversi e con un<br />

diverso statuto di determinazione; “esso” si mostra solo da diversi lati, attraverso cui i predicati<br />

rimasti indeterminati possono ricevere una più precisa determinazione: oppure diciamo che in<br />

questo tratto di datità l’”obiectum” è rimasto invariato, ma si è modificato “esso”, l’identico”,<br />

acquistando nel mutamento in bellezza, perdendo d’utilità, ecc. (…). Possiamo quindi dire che<br />

più noemi di atti hanno sempre nuclei diversi, e tuttavia in modo tale da fondersi in un’unità<br />

dotata di identità, un’unità nella quale il “qualcosa”, il determinabile che si trova in ogni singolo<br />

nucleo, è dato alla coscienza come identico».<br />

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