PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA
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ordinario, inesorabilmente progressivo 1063 , Proust non contrappone soltanto<br />
«l’attesa senza orizzonte d’attesa» delle epifanie 1064 , l’ossessione per l’istante,<br />
ma piuttosto egli sembra incline a rilevare l’impotenza del pensiero a decifrare<br />
quella contemporaneità dei tempi che fa sì che una impressione possa essere<br />
falsa a livello della percezione e vera a livello del tempo o viceversa, senza che si<br />
riesca a stabilire un illativo criterio apofantico.<br />
La memoria involontaria disvela a Proust i contorni di una fenomenicità<br />
affermantesi nella cogenza di una presenza attestata da un’allucinazione, sorta di<br />
«immagine folle, velata di realtà», che parrebbe trovare nell’atto fotografico una<br />
emblematica esemplificazione 1065 . Una volta tenuto fermo che l’osservatore di<br />
una fotografia sente il bisogno di cercare «il luogo invisibile in cui, nell’essere in<br />
un certo modo di quell’attimo lontano, si annida ancora oggi il futuro, e con tanta<br />
eloquenza che noi, guardandoci indietro, siamo ancora in grado di scoprirlo» 1066 ,<br />
l’episodio che vede, in Sodome et Gomorrhe, il narratore fissare la fotografia<br />
della nonna fa avvertire un sentimento di compassato rammarico, istillato dalla<br />
scoperta di un incolmabile iato fra la presenza, declinabile solo al passato,<br />
impressa in quell’immagine, e una contemporaneità irrimediabilmente vuota 1067 .<br />
La critica filologica ha altresì mostrato il lungo travaglio che ha condotto alla<br />
redazione di questa scena 1068 , consentendo di meglio valutare il significato della<br />
1063 Si ricordino i versi del componimento L’Horologe in C. Baudelaire, Le Fleurs du Mal, cit.;<br />
trad. it. di G. Raboni, L’Orologio, in I fiori del male, cit., pp. 164-167, per un commento dei<br />
quali, entro il complessivo registro della poetica baudelaireiana, si rimanda al recente studio di A.<br />
Piperno, Il demone reazionario, Gaffi, Roma 2007, in part. alle pp. 181-202; nonché a G. Poulet,<br />
Études sur le temps humain, vol. I, cit., pp. 334-353.<br />
1064 L’espressione è in J. Derrida, Spectres de Marx, Galilée, Paris 1993; trad. it. di G. Chiurazzi,<br />
Spettri di Marx, Cortina, Milano 1994, p. 211.<br />
1065 R. Barthes, La chambre claire. Note sur la photographie, Seuil, Paris 1980; trad. it. di R.<br />
Guidieri, La camera chiara. Nota sulla fotografia, Einaudi, Torino 2003, p. 115.<br />
1066 W. Benjamin, Kleine Geschichte der Photographie, in Id., Gesammelte Schriften, Bd. 2, Teil<br />
1, hrsg. v. R. Tiedemann, H. Schweppenhäuser, Suhrkamp, Frankfurt a. M. 1989; trad. it. di P.<br />
Teruzzi, Piccola storia della fotografia, in Opere complete, vol. 4, Einaudi, Torino 2002, pp.<br />
476-491, qui p. 479.<br />
1067 M. Proust, Sodome et Gomorrhe, cit., p. 176; trad. it. p. 936: «Alcuni giorni dopo, la<br />
fotografia scattata da Saint-Loup mi dava già dolcezza a guardarla; non mi ridestava più il<br />
ricordo di quanto m’aveva detto Françoise perché, non essendone stato più abbandonato, mi ci<br />
ero ormai assuefatto. Ma, rispetto a come immaginavo le sue condizioni di quel giorno, così<br />
gravi, così dolorose, la fotografia (…) me la mostrava [scilicet la nonna] così elegante, così<br />
spensierata sotto il cappello che le nascondeva un po’ il viso, da farmela vedere meno infelice e<br />
meno malata di quanto non avessi supposto. E tuttavia, poiché le sue guance avevano, a sua<br />
insaputa, una loro propria espressione, un che di plumbeo, di stravolto, come lo sguardo di una<br />
bestia che si sentisse già scelta e designata, la nonna aveva un aspetto da condannata a morte, un<br />
atteggiamento involontariamente cupo, inconsciamente tragico, che a me sfuggiva, ma in forza<br />
del quale la mamma non poteva assolutamente guardare quella fotografia che le sembrava, non<br />
tanto una fotografia di sua madre, quanto della malattia di lei, dell’offesa ch’essa recava al viso<br />
brutalmente oltraggiato della nonna».<br />
1068 Cfr. J. Yoshida, Le grand-mère retrouvée. Le procédé du montage des “Intermittences du<br />
cœur”, in «Bulletin d’informations proustiennes», 23, 1992, pp. 43-64; ma si veda anche<br />
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