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PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA

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nominazione parrebbe definirsi nei modi di un’apprensione di qualcosa come<br />

reale 521 ; ciò nonostante permane pur sempre latente, nella prospettiva proustiana,<br />

un fondo di indicibilità, che circoscrive lo sguardo e raffrena tanto il nome<br />

quanto la parola stessa, accomunati dalla medesima impossibilità di essere<br />

contemporanei al Tempo, se non rimanendo estranei alla luce del visibile.<br />

In Husserl si può a sua volta constatare, sotto un profilo prettamente<br />

sintattico, come l’introduzione, grammaticalmente rilevante, di un nome, e<br />

segnatamente di un nome proprio, all’interno di una proposizione, muti il «senso<br />

apprensionale [Auffassungssinn]»; onde ulteriormente deriva «un mutamento di<br />

significato [Bedeutungsänderung] nell’espressione adeguata» 522 . Questa<br />

relazionalità grammaticale dipende dalla «messa in forma [Formung]» di tipo<br />

categoriale dell’atto che conferisce all’espressione il suo significato 523 . Ne<br />

discende che, nei limiti dell’espressione, alla funzione grammaticale del nome<br />

corrisponde una forma di significato indipendente dalla direzione oggettiva<br />

propria dei modi intenzionali, la quale resta identica sia che il nome proprio<br />

assuma la funzione di soggetto sia che assuma quella di complemento. Accanto a<br />

come universalia in re, che per l’appunto Benjamin fa propria (Ivi, p. 15). Ma ancora, in diretta<br />

correlazione con quanto si sta argomentando in questo studio, si ricorderanno le notazioni con le<br />

quali M. Cacciari interpreta il concetto benjaminiano di Nome. Esso sarebbe insieme «massima<br />

vicinanza al fenomenico e massima astrazione: l’essere del nome è analogo a quello puro e<br />

semplice delle cose, eppure è sottratto ad ogni fenomenicità. Ciò dipende dal suo darsi<br />

immediato. Eppure, in questo darsi (…) non si scopre, per Benjamin, l’essenza del linguaggio<br />

come tale». Tale conclusione rappresenterebbe in nuce l’esplicitarsi di quel superamento della<br />

fenomenologia husserliana, perseguito da Benjamin attraverso la rivendicazione di una nozione<br />

di verità che non si incarna mai in un linguaggio determinato. «Segno di un ritirarsi radicale del<br />

linguaggio», il nome è il simbolo stesso di quel «rapporto originario tra l’in-sé di Cosa e Idea»,<br />

sicché la prospettiva di una sintassi universale è preclusa, in favore di un pensamento che<br />

interpreti il Nome come il luogo in cui si compie «la tragedia dell’auto-trasparenza delle idee, al<br />

di fuori d’ogni correlato intenzionale. L’idea traspare come cosa in-sé nel Nome e quindi lo<br />

condanna alla tragedia di non poter vedere una ragione ultima delle cose, di non poter tracciare<br />

una teleologia razionale» (Id., Di alcuni motivi in Walter Benjamin (Da “Ursprung des deutschen<br />

Trauerspiels” a “Der Autor als Produzent”), in Critica e storia, a c. di F. Rella, Cluva Libreria<br />

Editrice, Venezia 1980, pp. 41-71, qui pp. 46-53 passim).<br />

521 Cfr. sul punto la distinzione posta da B. Croce all’inizio della Estetica come scienza<br />

dell’espressione e linguistica generale, Laterza, Bari 1950 fra “percezione”, in quanto<br />

«conoscenza della realtà accaduta, l’apprensione di qualcosa come reale», e “intuizione”, in<br />

quanto «unità indifferenziata della percezione del reale e della semplice immagine del possibile»<br />

(Ivi, pp. 5-6 passim).<br />

522 E. Husserl, Logische Untersuchungen, Zweiter Band: Untersuchungen zur Phänomenologie<br />

und Theorie der Erkenntnis. Zweiter Teil, cit., p. 685; trad. it. p. 458.<br />

523 Cfr. ivi, p. 685-686; trad. it. pp. 458-459: «La funzione del pensiero sintetico (la funzione<br />

intellettiva) impone ad esse qualcosa, dà ad esse una forma nuova, anche se, trattandosi di una<br />

funzione categoriale, in modo categoriale; e di conseguenza resta con ciò immutato lo statuto<br />

sensibile dell’oggetto che si manifesta. L’oggetto non si manifesta con determinazioni reali<br />

nuove, esso sussiste come il medesimo, ma in un modo nuovo. La sua inclusione in un contesto<br />

categoriale conferisce ad esso, in tale contesto, una posizione ed un ruolo determinato, il ruolo di<br />

un membro relazionale, e in particolare di un membro-soggetto o membro oggetto; e queste sono<br />

differenze che si manifestano fenomenologicamente».<br />

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