PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA
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apoditticamente nei modi di una «“concrezione muta” [“stumme<br />
Konkretion”]» 1243 . E sebbene l’ambito di codesta concrezione richieda –<br />
ammette Husserl – il ricorso ad una ulteriore analisi intenzionale che indaghi «i<br />
problemi della generatività, i problemi della storicità trascendentale (…), i<br />
problemi della nascita e della morte e della costituzione trascendentale del senso<br />
che spetta loro in quanto eventi del mondo», ciò nondimeno la dimensione<br />
dell’ego trascendentale non sarà diminuita nella sua inconfutabilità, dal momento<br />
che, «approdati all’ego, ci si rende conto di trovarsi in una sfera di evidenza; il<br />
tentativo di indagare al di là di essa sarebbe un non-senso» 1244 . Anche quando si<br />
vertesse di un io infimo come un vegetale, il quale non abbia superato alcun<br />
passato costituito né, in senso umano, sia ancora “desto” 1245 , ad imporsi, per il<br />
filosofo moravo, sarebbe pur sempre l’apriori rappresentato dall’ego cogito<br />
trascendentale 1246 . Cominciamento privo a sua volta di cominciamento, l’ego<br />
trascendentale farebbe sì che la fenomenologia prenda le mosse «senza alcun<br />
terreno» 1247 da un’autocomprensione che è insieme un’autolegittimazione, non<br />
già, tuttavia, in se stessa trascendente, ma compresa nella trascendenza del<br />
mondo 1248 . Il che significa, più precisamente, che il concepirsi dell’io sarebbe<br />
“cosmica”, cfr. S. Canadas, Michaux et le “Moi cosmique”, in «Critique», 548-549, 1993, pp.<br />
20-33.<br />
1242 E. Husserl, Ideen zu einer reinen Phänomenologie und phänomenologischen Philosophie.<br />
Erstes Buch, cit., p. 63; trad. it. p. 83: «il flusso di coscienza non può mai consistere di pure<br />
attualità».<br />
1243 E. Husserl, Die Krisis der europäischen Wissenschaften und die transzendentale<br />
Phänomenologie, cit., p. 191; trad. it. p. 213.<br />
1244 Ivi, p. 192; trad. it. p. 214. Ma si veda pure il § 61 delle Cartesianische Meditationen, cit., pp.<br />
168-174; trad. it. pp. 158-163.<br />
1245 Cfr. E. Husserl, Zur Phänomenologie der Intersubjektivität. Dritter Teil (1929-1935), cit., p.<br />
50.<br />
1246 Cfr. E. Husserl, Cartesianische Meditationen, cit., pp. 181-182; trad. it. pp. 170-171. A ben<br />
vedere, se si arresta l’attenzione a queste ultime considerazioni husserliane, parrebbe avere<br />
ragione sia chi, come L. Sestòv, abbia al filosofo moravo rimproverato una scarsa attenzione al<br />
problema etico in nome di un assolutismo della ragione (Cfr. Id., Contra Husserl, a c. di F.<br />
Déchet, Guerini, Milano 1994, in part. pp. 95-139), sia chi, come A. Camus, abbia in questo<br />
stesso assolutismo colto una nostalgia per l’eterno ed il suo conforto (Id., Le mythe de Sisiphe,<br />
Gallimard, Paris 1942; trad. it. di A. Borrelli, Il mito di Sisifo, Bompiani, Milano 2006, in part.<br />
pp. 41-47). Ma si rinvia, per un maggiore approfondimento critico su codeste due posizioni<br />
interpretative, rispettivamente a F. Déchet, Sestòv critico di Husserl, in Id., “Compagni di<br />
strada”. Saggi su Dostoevskij e Sestòv, Japadre, L’Aquila-Roma 1988, pp. 187-253 e M.<br />
Bielawka, Husserl and Camus: in search of Time accomplished, in «Analecta Husserliana», ed.<br />
by A.-T. Tymieniecka, XLVIII, 1996, pp. 37-43.<br />
1247 E. Husserl, Die Krisis der europäischen Wissenschaften und die transzendentale<br />
Phänomenologie, cit., p. 185; trad. it. p. 208.<br />
1248 Come ben sintetizza G. Brand, Io, Mondo e Tempo nei manoscritti inediti di Husserl, cit., p.<br />
61: «La trascendenza non significa solo che il mondo sta “sopra” gli orizzonti e “sopra” l’io,<br />
bensì, insieme, che esso è anche una “facoltà” dell’io, che l’io si supera continuamente verso il<br />
mondo. La trascendenza è il terreno, il movimento e lo scopo insieme dell’io-che-ha-mondo e<br />
dell’io-che-è-mondo».<br />
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