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PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA

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immateriale». Nel frammezzo che si costituisce fra mondo presente ed io storico,<br />

la percezione, per lo scrittore francese, si risolverebbe, quindi, in un’essenza<br />

«subjective et incommunicable» 750 .<br />

Quando ad esempio rileggiamo dopo tanto tempo un libro, esso non<br />

soltanto contiene delle idee sulle quali abbiamo potuto mutare avviso o con le<br />

quali torniamo a consentire, ma la grana della sua carta è sbiadita dal trascorrere<br />

delle stagioni ed è pregna di profumi che, pervadendoci, conducono in altri<br />

momenti ed in altri luoghi che nel corso dell’esistenza abbiamo conosciuti. Ne<br />

discende, per Proust, un’alleanza nella distinzione fra sensibilità e pensiero 751 ,<br />

cui si accompagna un terzo elemento di natura impressionale, che, chiedendo<br />

ulteriormente di essere convertito «in un equivalente intellettuale» 752 , tenderà sì a<br />

cristallizzarsi in una forma espressiva, ma se questa velasse l’opera dello spirito<br />

si correrebbe il rischio «di commettere molti errori» 753 . I «caratteri geroglifici»<br />

che le impressioni, attraverso i sensi, depositano all’interno dell’animo dello<br />

scrittore, pur non possedendo alcun «valore intellettuale» né alcuna «verità<br />

astratta», recano «un piacere immotivato» 754 , che può, ad esempio, sortire da un<br />

improvviso anelito a «rappresentare una cosa mediante un’altra che, nel lampo di<br />

un’illusione originaria, abbiamo scambiato per quella» 755 . Straordinaria e<br />

complicatissima metafora epistemologica, le impressioni parrebbero cancellare<br />

le frontiere del sentire e del pensare, dello spazio e del tempo. Esse collocano<br />

ogni loro oggetto entro un ambito ed una durata smisurati, e, grazie alle<br />

«resurrezioni della memoria», permettono di guadagnare una «verità nuova», ben<br />

750 Ivi, pp. 463-464; trad. it. pp. 564-565. Ma si veda pure il brano, riportato nell’edizione curata<br />

da B. De Fallois del Contre Saint-Beuve, ed intitolato Le rayon de soleil sur le balcon: «dalle<br />

impressioni si sprigiona qualcosa che le accomuna, qualcosa di cui non sapremmo spiegare la<br />

superiorità sulla realtà della nostra vita, quelle stesse dell’intelligenza, della passione e del<br />

sentimento. E questa superiorità è così certa da essere la sola cosa di cui non possiamo dubitare.<br />

Al momento in cui questa cosa, essenza comune delle nostre impressioni, è avvertita, proviamo<br />

un piacere senza pari, durante il quale sappiamo che la morte non ha nessun tipo di importanza»<br />

(M. Proust, Le rayon de soleil sur le balcon, in Id., Contre Sainte-Beuve suivi de Nouveauxmélanges,<br />

éd. par B. De Fallois, Gallimard, Paris 1954, pp. 105-118, qui p. 114; trad. it. di L.<br />

Foschini, Il raggio di sole sul balcone, in M. Proust, Il Raggio di Sole sul Balcone, Studio Tesi,<br />

Pordenone 1993, pp. 3-16, qui p. 13)<br />

751 M. Proust, Le Temps retrouvé, cit., p. 464; trad. it. p. 565: «(…) una cosa che abbiamo vista in<br />

un certo periodo, un libro che abbiamo letto, non restano uniti per sempre soltanto a ciò che c’era<br />

intorno a noi, ma anche, fedelmente, a ciò che noi eravamo allora; non possono essere risentiti,<br />

ripensati che attraverso la sensibilità, il pensiero».<br />

752 M. Proust, Le Temps retrouvé, cit., p. 457; trad. it. p. 557. Per J. Kristeva si avrebbe in queste<br />

pagine una ulteriore conferma del platonismo affatto relativo di Proust, dal momento che in ogni<br />

esperienza l’aspetto vitale, naturalista, autenticamente cosmico prenderebbe sovente il<br />

sopravvento (Ea., Le temps sensible, cit., p. 249).<br />

753 M. Proust, Ms. B.N. 45, pp. 58-61, pubblicato, con il titolo Tolstoj contre Shakespeare, in M.<br />

Proust, Essais et articles, cit., pp. 523-524, qui p. 524; trad. it. di M. Bongiovanni Bertini, Tolstoj<br />

contro Shakespeare, in Scritti mondani e letterari, cit., pp. 472-473, qui p. 472.<br />

754 M. Proust, Du côté de chez Swann, cit., pp. 176-177; trad. it. pp. 217-218.<br />

755 M. Proust, Le Côté de Guermantes, cit., p. 712; trad. it. p. 506.<br />

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