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PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA

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L’annotazione, a ben vedere, testimoniava di quelle medesime difficoltà di cui<br />

Husserl, alcuni anni prima, aveva fatto menzione in uno dei manoscritti di Berna<br />

allorquando era stato costretto ad ammettere che il diagramma delle ritenzioni<br />

che figurava nelle Zeitvorlesungen 882 del 1904-1905 fosse «incompleto<br />

[unvollständig]» 883 . Tale incompletezza derivava da non aver allora preso in<br />

considerazione il tema delle protenzioni, nonostante in quelle lezioni – come si è<br />

osservato – già si affermasse che ciascun momento d’ora fosse soggetto a<br />

modificazioni rivolte tanto al passato quanto al futuro, al modo stesso in cui nei<br />

manoscritti redatti a Berna si rileverà che «ogni attuale momento di coscienza,<br />

ossia ciò che è proprio ora presente, ha in sé un doppio orizzonte: è una<br />

coscienza rivolta in avanti e all’indientro e lo è dopo ogni punto» 884 . Sotto questo<br />

profilo non v’è un effettivo mutamento dei presupposti che reggono le<br />

considerazioni husserliane sui modi d’apparire degli oggetti temporali<br />

immanenti, trascorrendo dalle lezioni di Göttingen ai manoscritti di Berna. Il<br />

richiamo all’elemento protenzionale si deve pertanto intendere all’interno d’un<br />

paradigma di pensiero che, nei suoi fondamenti, non ha conosciuto radicali<br />

capovolgimenti, ma, se mai, delle rettifiche. D’altronde, nelle Zeitvorlesungen si<br />

poteva leggere che ciascun processo originariamente costituente si sarebbe<br />

dovuto intendere come animato da protenzioni, capaci di costituire e captare a<br />

vuoto ciò che ha da venire, come tale, e di portarlo a compimento 885 : il «carattere<br />

di apertura [Offenheit]» 886 che connoterebbe le protenzioni sarebbe derivabile<br />

dalla intuizione di un’”immagine” (Bild) di un processo che decorre<br />

riproduttivamente. Il ricordo di tipo “intuitivo” (anschauliche), al contrario,<br />

tenderebbe ad offrire «la viva riproduzione del flusso durativo di un evento»,<br />

lasciando intuitivamente non riempite le intenzioni rivolte al prima e al dopo,<br />

trascorrenti verso l’”ora” presente, dell’evento medesimo. Per questa ragione,<br />

nonostante in quella stessa immagine si intreccino «intenzioni indeterminate di<br />

futuro e di passato», destinate a concludersi «nell’ora vivente» 887 , non può certo<br />

che se Husserel la chiama tuttavia percezione, questo avvenga perché egli tiene di fatto a questo,<br />

che la discontinuità radicale passi tra la ritenzione e la riproduzione, tra la percezione e<br />

l’immaginazione, ecc., non tra la precezione e la ritenzione. (…). Senza ridurre l’abisso che può<br />

infatti separare la ritenzione della ri-presentazione, senza nascondersi che il problema dei loro<br />

rapporti non è null’altro che quello della storia della “vita”e del divenire-cosciente della vita, si<br />

deve poter dire a priori che la loro radice comune, la possibilità della ri-petizione sotto la sua<br />

forma più generale, la traccia nel senso più universale, è una possibilità che deve non solo abitare<br />

la pura attualità dell’adesso, ma costituirla col movimento stesso della differanza (différance) che<br />

vi introduce» (Id., La voce e il fenomeno, cit., pp. 101-105 passim).<br />

882 Cfr. E. Husserl, Zur Phänomenologie des Inneren Zeitbewußtseins, cit., p. 28; trad. it. p. 64.<br />

883 E. Husserl, Die Bernauer Manuskripte über das Zeitbewusstsein, cit., pp. 7-8. Si veda in<br />

merito: A. Schnell, Les diagrammes husserliens du temps, in «Alter», 9, 2001, pp. 365-399.<br />

884 E. Husserl, Die Bernauer Manuskripte über das Zeitbewusstsein, cit., p. 46.<br />

885 E. Husserl, Zur Phänomenologie des Inneren Zeitbewußtseins, cit., p. 52; trad. it. p. 84.<br />

886 Ivi, p. 56; trad. it. p. 87.<br />

887 Ivi, p. 55; trad. it. p. 86.<br />

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