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PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA

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consentire la definizione della coscienza di successione, poiché non soltanto ridà<br />

il passato della durata, ma è la coscienza che in modo originario costituisce il<br />

concatenamento di più elementi nella loro successione 907 . E tuttavia, osserva<br />

Husserl, se si ritorna sulla stessa identica successione e la si identifica come il<br />

medesimo oggetto temporale, si compie una serie di atti rimemorativi entro una<br />

complessiva unità di successione. Il che impone di interrogarsi sul modo in cui si<br />

presenti questa identificazione, la quale è insieme supposta e, in grazia della<br />

libertà dell’”io posso” 908 , esplicata dalla stessa successione 909 . Ma la<br />

«correlatività [Aufeinanderbezogenheit]» fra il processo di identificazione e<br />

quello di “presentificazione”, che, come osservato, fa capo alla<br />

rammemorazione, la quale non solo mette in condizione di rievocare il contenuto<br />

percettivo appreso in precedenza, ma pure di riprodurre gli atti mediante i quali<br />

quel contenuto è apparso, ovvero permette, mediante un atto dell’immaginazione<br />

non solo di rendere presente un contenuto percettivo passato, ma di inserire<br />

codesto contenuto in un insieme di punti di riferimento che riguardano quanto è<br />

trascorso del nostro vissuto, conferendogli «l’allure di una trama nella quale i<br />

contenuti presentificati diventano indirettamente esiti di prese di mira ch’io non<br />

ho mai compiuto, ma che si designano come aventi poter d’essere» 910 , richiede<br />

una ulteriore verifica del modo in cui possa effettivamente darsi un mutuo<br />

legame fra l’identificazione e per l’appunto la rammemorazione, tenuto conto<br />

che questa scaturisce «soltanto dal ridestamento di quelle rappresentazioni vuote<br />

che sorgono nel presente, nella rigida necessità del deflusso strutturale del<br />

presente vivente» 911 . Parrebbe, in questi ultimi rilievi, scorgersi in maniera più<br />

netta la congruità del ragionamento husserliano circa la compresenza del futuro<br />

nel passato. Allorché, segnatamente, si legge nelle Zeitvorlesungen:<br />

«la rammemorazione non è aspettazione, ha però un orizzonte rivolto al futuro, e precisamente al<br />

futuro di ciò che è rimemorato, che è un orizzonte posto. Questo orizzonte, nel progredire del<br />

processo rimemorativo, viene continuamente aperto in modo nuovo, più vivo, più ricco. Con ciò,<br />

907<br />

E. Husserl, Zur Phänomenologie des Inneren Zeitbewußtseins, cit., p. 44; trad. it. p. 77:<br />

«Come si presenta la prima rammemorazione di quella successione? Così: [(A-B) - (A-B)’]’.<br />

Allora posso dedurre, in base alla precedente legge, che in essa si trova (A-B)’ e poi [(A-B)’]’,<br />

ossia un ricordo di secondo grado, e che sono in rapporto di successione; oltre, naturalmente, al<br />

ricordo della successione (-’). Con un’ulteriore ripetizione, ottengo modificazioni memorative<br />

ancor più elevate e, insieme, la coscienza di aver compiuto più volte, una dopo l’altra, una<br />

presentificazione ripetitiva».<br />

908<br />

Cfr. ivi, p. 44; trad. it. p. 77: «Per legge essenziale, ogni ricordo è iterabile non solo nel senso<br />

che ha gradi di possibilità elevati a piacere, ma anche che questa è una sfera dell’”io posso”».<br />

909<br />

Ivi, p. 44; trad. it., p. 77: « Nella successione di oggetti uguali (di identico contenuto) dati solo<br />

in successione e non come coesistenza, abbiamo una caratteristica coincidenza nell’unità di una<br />

coscienza, una coincidenza successiva. L’espressione è, ovviamente, impropria, perché essi sono<br />

esterni l’uno all’altro, sono consaputi come successione, divisi da un intervallo di tempo».<br />

910<br />

B. Besnier, Remarques sur les Leçons sur la conscience intime du Temps de Husserl, in<br />

«Alter», 1, 1993, pp. 319-356, qui p. 341.<br />

911<br />

E. Husserl, Analysen zur passiven Synthesis, cit., p. 181; trad. it. p. 241.<br />

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