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PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA

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“parificazione” fra passato e futuro, è propriamente il modo in cui ritenzioni e<br />

protenzioni siano “insieme” con l’impressione originaria 898 . Ciò non implica che<br />

quest’ultima sia simultanea rispetto alle sue modificazioni, ma se mai che tanto<br />

l’impressione originaria quanto le sue modificazioni vadano considerate come<br />

successive l’una rispetto alle altre 899 ; ovvero, che a dover essere presi in esame<br />

non siano più gli “oggetti temporali” (zeitliche Objekte), bensì gli “oggetti di<br />

tempo” (Zeitobjekte). Se con i primi Husserl distingue quegli oggetti che «si<br />

costituiscono in una molteplicità di dati e di apprensioni immanenti, che<br />

scorrono a loro volta in una successione», gli “oggetti di tempo” in senso<br />

specifico sono quelli che, «oltre ad essere delle unità nel tempo, conteng[o]no<br />

anche in sé l’estensione temporale» 900 . Più esattamente, la maggiore difficoltà<br />

che sopravviene è quella di comprendere come gli “oggetti di tempo” designino<br />

898 D. Zahavi, Self Awareness and Alterity, cit., p. 65, che segnatamente ha riguardo per quanto,in<br />

modo più disteso, si legge in E. Husserl, Späte Texte über Zeitkonstitution (1929-1934). Die C-<br />

Manuskripte, cit., p. 27: «Noi abbiamo quindi nel concreto presente un nucleo astraibile di un<br />

autentico presente in quanto fase distinta nel flusso, che designa il presente, il quale non rachiude<br />

più in sé l’appena stato e il di là da venire, bensì il puro presente. È poi da descrivere come nel<br />

flusso il centrale puro “ora” del presente permanentemente dismaga nell’appena stato, e questo a<br />

sua volta attraversa modi dell’appena stato ecc., e come in fine e nel continuo fluire dell’”oscuro”<br />

orizzonte esterno l’appena stato viene assorbito nella sua indifferente oscurità; è poi, però, ancora<br />

da descrivere come le ramemorazioni penetrano in questa oscurità e nel presente con il loro<br />

processo di percezioni viventi, ossia come esse possano rievocare il vissuto del passato, i presenti<br />

di percezione passati come tali; gli stessi problemi strutturali e le stesse descrizioni strutturali<br />

valgono pure per il di là da venire. Se si delimita in modo astratto il nucleo del presente di<br />

percezione “proprio” del mondo (sempre come fenomeno trascendentale), allora si pone il<br />

problema circa la struttura di questo nucleo – una struttura che il presente di percezione autentico<br />

ripresenta come un “appena” stato presente nella guisa della modificazione del modo principale<br />

ecc., con, per così dire, nuovi segni, con un senso formale modificato – allora dunque risultano<br />

molteplici nuove differenze strutturali».<br />

899 D. Zahavi, Self Awareness and Alterity, cit., p. 67. A sua volta A. Schnell ha, a partire da ciò,<br />

fatto discendere tre conseguenze: 1) le nozioni di “ritenzione” (e di “protenzione”) sono utilizzate<br />

nella sfera immanente in un modo improprio: si tratta in realtà d’una descrizione di oggetti<br />

temporali e non di ritenzioni e protenzioni in quanto momenti del flusso; 2) Husserl non avrebbe<br />

preso coscienza di codesti rapporti, come testimonierebbe l’assoluto non rispetto della distinzione<br />

fra fenomenologia degli oggetti temporali e fenomenologia dei oggetti di tempo prima del 1917;<br />

3) quando Husserl tratta nei Manoscritti di Berna degli oggetti di tempo, i fenomeni costitutivi di<br />

questi oggetti di tempo non sono più degli oggetti in senso stretto (Id., Temps et phénomène, cit.,<br />

pp. 115-116).<br />

900 E. Husserl, Zur Phänomenologie des Inneren Zeitbewußtseins, cit., p. 22; trad. it. p. 59. Ma<br />

sul punto si vedano le osservazioni di A. Schnell, Temporalité hyletique et temporalité<br />

noématique chez Husserl, in «Annales de Phénoménologie», 3, 2004, pp. 59-82, esaustive anche<br />

in relazione allo sviluppo che queste analisi incontreranno nei Manoscritti di Berna, dove la<br />

disamina sugli oggetti di tempo sarà integrata, in particolare nel Testo n. 11 (E. Husserl, Die<br />

Bernauer Manuskripte über das Zeitbewusstsein, pp. 210-232), da una considerazione del<br />

“processo originario”, caratterizzato, nella sua struttura, dalle fasi costitutive delle differenti<br />

dimensioni del tempo.<br />

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