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PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA

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connotati del ricordo come imprescindibilmente legati ad una dimensione<br />

temporalmente preterita, e vincolata ai contenuti trasmessi da un singolo atto<br />

intenzionale, in favore del riconoscimento di una ritenzione fondata su una<br />

«intenzione originaria [ursprünglichen Intention]» 996 , di fronte alla quale la<br />

percezione diventa «eccesso, ossessione, fino ad obliare il suo stesso<br />

sguardo» 997 . Nell’atto di ricordare una situazione trascorsa si è messi infatti nella<br />

condizione di esperire una «quasi-presenza», dal momento che l’oggetto appare<br />

sì in se stesso, ma non in quanto presente adesso, sicché «il suo “presente” è un<br />

altro, un’altra determinatezza temporale» 998 , nella quale il passato occupa,<br />

rispetto a ciò che appare, una posizione analoga a quella che ha il “presente”<br />

della manifestazione percettiva rispetto al percepito 999 . Ne discende che nella<br />

manifestazione memoriale abbiamo, con riguardo all’apparire in quanto tale e a<br />

ciò che appare, un raddoppiamento: «il quasi-adesso e la caratteristica (reale, non<br />

quasi-) come passato»; ma a ben vedere il “quasi adesso” può essere visto come<br />

una fattispecie dell’adesso, il quale parrebbe distinguersi in un “adesso attuale”,<br />

costituentesi nella contemporaneità dell’atto percettivo, e in un “adesso<br />

996 Ivi, p. 363: «Questo essere nell’oscuro e questo emergere più o meno intenso non è da<br />

considerare come una rammemorazione. Questi sono i modi, i quali appartengono all’orizzonte<br />

dell’intenzione originaria. Si può forse dire che essi si formano un proprio modo della ritenzione<br />

rispetto alla percezione che si costituisce originariamente e rispetto alla ritenzione. L’oggetto è<br />

un costrutto inerte, esso è in ogni fase del vissuto l’oggetto temporale dell’intero lasso di tempo<br />

nella sua durata, esso si costituisce non più come durevole, bensì esso è unico ed istantaneo e<br />

contiene ciò che si costituisce in guisa originaria come tale solo in se stesso nel modo della<br />

potenzialità, per poter trapassare in una rigenerazione e in una isolata identificazione. Tutto ciò<br />

che si costituisce sia nel processo di codesta costituzione temporale originaria, sia in qualsiasi<br />

altro processo, anche in atti sintetici di associazione, ha oltre al modo che si costituisce<br />

originariamente e che presenta l’oggetto in modo originario, un modo della intenzionalità<br />

secondaria o una coscienza, un modo del riflesso oscuro e confusamente statico, il quale in ogni<br />

fase di tale coscienza è qualcosa di concluso e quindi può essere colto in un raggio di attenzione<br />

momentanea; colto nel senso proprio di un “quid”, che indica qualcosa di autentico in una nuova<br />

costituzione produttiva, in una dinamica».<br />

997 R. Duval, La durée et l'absence. Pour une autre phénomenologie de la conscience du temps,<br />

cit., p. 552.<br />

998 E. Husserl, Phantasie, Bildbewußtsein, Erinnerung. Zur Phänomenologie der anschaulichen<br />

Vergegenwärtigungen, cit., p. 175.<br />

999 Cfr. ivi, p. 313: «La manifestazione percettiva [Wahrnemungserscheinung] ha il carattere<br />

dell’adesso: dell’attuale, dell’”originario”. Ma presa meglio in esame essa non è affatto parte<br />

integrante dell’obiettività spazio-temporale. Essa ha il suo proprio “adesso”. La quasimanifestazione<br />

[quasi-Erscheinung] ha il suo quasi-adesso, e se si tratta di una schietta<br />

manifestazione del ricordo (della memoria), allora essa ha il suo inserimento nel tempo come<br />

passato, detenendo questo passato una posizione analoga a quella del passato di ciò che si<br />

manifesta, così come il “presente” della manifestazione percettiva detiene una posizione analoga<br />

a quella del presente del percepito»; ma cfr. analogamente: id., Zur Phänomenologie des Inneren<br />

Zeitbewußtseins, cit., p. 182; trad. it. p. 202: «Nell’”ora” vedo il “non-ora”. Il ricordare è<br />

credenza intuitiva, “creduto” non è l’essere-ora ma l’essere stato… Nel percepire mi sta di fronte<br />

l’oggetto come essente ora (presenza d’”ora”). Anche nel ricordare l’oggetto è rappresentato<br />

come presente in se stesso, ma in un “ora” precedente».<br />

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