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PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA

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sovvenire tanto nella percezione che nel ricordo o in una pura fantasia 592 .<br />

Procedendo in questa direzione, però, Husserl stesso ammette che si incorrerebbe<br />

nel rischio di confondere l’apparizione con l’oggetto che appare 593 , laddove tali<br />

nozioni debbono tenersi separate, quantunque non sussista che una apparizione<br />

ed un oggetto: «apparizione è “eo ipso” apparizione percettiva, un’apparizione<br />

immaginativa è l’immaginazione di un’apparizione. L’apparizione memorativa è<br />

ricordo “di” un’apparizione» 594 . Con altre parole potrebbe dirsi che<br />

l’apparizione è ciò entro cui si dà ciò che appare, il quale, a sua volta,<br />

rappresenta l’evento colto da «un osservatore finito nella totalità spaziotemporale<br />

del mondo oggettivo» 595 . Al contempo Husserl è consapevole che ove<br />

l’apparire del fenomeno non si desse nelle forme di un’impressione alla<br />

coscienza, questa sarebbe nulla 596 , così come nulla sarebbe qualsiasi<br />

temporalizzazione inerente alla coscienza medesima. Il ricorso ad un «”punto<br />

d’origine” con cui ha inizio la produzione dell’oggetto che dura» 597 è pertanto<br />

motivato dalla necessità di stabilire un nunc instans che, nella sua assolutezza<br />

non generata né costituita 598 , ponga contemporaneamente a sé la coscienza<br />

assolutamente originaria del punto-ora 599 . Risulterebbe tuttavia difficile, ove si<br />

tenga fermo il principio dell’irriducibile incoatività dell’impressione originaria,<br />

fornire una sua concettualizzazione, che non si limiti a riguardarla come un<br />

punto di mediazione non fissabile tra protenzione e ritenzione. A giusta ragione,<br />

quindi, Klaus Held ha ritenuto non pensabile l’”impressione originaria”, quale<br />

fase dell’autentico aver presente, nella quale l’io è diretto nel modo più<br />

immediato a ciò che gli è accessibile 600 . Ma in tal modo si è portati a dover<br />

592<br />

E. Husserl, Zur Phänomenologie des Inneren Zeitbewußtseins, cit., p. 288; trad. it. pp. 290-<br />

291.<br />

593<br />

Ivi, pp. 288-289; trad. it. p. 291: «La casa mi appare dallo stesso lato con gli stessi colori ecc.,<br />

nonché dallo stesso punto di osservazione, quindi con gli stessi adombramenti dei colori, con gli<br />

stessi adombramenti delle forme ecc. – la stessa apparizione, “solo che” una volta è apparizione<br />

percettiva, un’altra è immaginativa, ecc. Tanto per cominciare, questa differenza non è uguale a<br />

quella esistente fra la cosa in quanto percepita e la stessa cosa in quanto immaginata, ecc.?».<br />

594<br />

Ivi, p. 289; trad. it. p. 291.<br />

595<br />

M. Merleau-Ponty, Fenomenologia della percezione, cit., p. 527.<br />

596<br />

Cfr. E. Husserl, Zur Phänomenologie des Inneren Zeitbewußtseins, cit., p. 100; trad. it. p. 124.<br />

597<br />

Ivi, p. 29; trad. it. p. 64.<br />

598<br />

Così R. Sokolowski in The Formation of Husserl’s Concept of Constitution, cit., p. 200.<br />

599<br />

Cfr. E. Husserl, Zur Phänomenologie des Inneren Zeitbewußtseins, cit., pp. 325-326; trad. it.<br />

p. 320: «Noi abbiamo, in primo luogo, la coscienza di sensazione iniziale, la coscienza<br />

assolutamente originaria, quella nella quale sta il relativo punto-di suono (…)».<br />

600<br />

K. Held, Lebendige Gegenwart, cit., pp. 22-23. Più di recente Held ha ulteriormente precisato<br />

la sua lettura sostenendo che «l’ipotesi di un nocciolo d’ora originariamente impressionale entro<br />

il campo di presenza sia fenomenologicamente problematica si [possa] spiegare (…) con una<br />

considerazione che si basa sul concetto dell’”idealizzazione” (…): il nocciolo d’ora<br />

originariamente impressionale indica un limite all’interno del campo di presenza che, a dire il<br />

vero, non è esperito intuitivamente, ma che rappresenta solo il prodotto di una operazione<br />

concettuale, dell’idealizzazione in quanto costruzione di un limite: l’estensione del campo di<br />

presenza è limitata ad un ora sempre più “ristretto” in un progressivo processo concettuale, e<br />

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