PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA
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Nel Ms. L I 19, composto fra il 1917 e il 1918, Husserl ha esaminato con<br />
particolare cura la nozione di “apprensione [Auffassung]”, soffermandosi sul suo<br />
differenziarsi nella percezione esterna ed in quella immanente. «Nell’ambito, ad<br />
esempio, dei dati esterni» – osserva Husserl – il concetto dell’apprensione e del<br />
contenuto appreso ad essa vicino si offrono in modo che, considerando<br />
emblematicamente il caso d’un segnale, «abbiamo in una sola volta una<br />
coscienza data originariamente, una coscienza percipiente, nella quale la cosa<br />
fungente ci appare come segnale e ci appare il processo cosale nella sua realtà in<br />
carne ed ossa [in leibhafter Wirklichkeit], e su ciò si costituisce una coscienza<br />
fondata, la coscienza che conferisce a codesta cosa o a codesto processo il<br />
significato di segnale» 833 . Quest’ultimo modo della coscienza corrisponde<br />
all’”apprensione” ed è fondato dalla «semplice coscienza percipiente» 834 , la<br />
quale, a sua volta, corrisponde al “contenuto d’apprensione”. Analogo discorso<br />
varrà «in riferimento alle varietà dei dati della sensibilità e agli aspetti conclusi,<br />
nei quali la cosalità consaputa si presenta nella percezione come realtà data in<br />
carne ed ossa» 835 . E sebbene anche in tale evenienza possa sostenersi che<br />
«l’apprendere esterno o percepire è fondato su questo apprendere sensibile o<br />
percepire» 836 , si dovrà riconoscere che quest’ultima forma di apprensione<br />
richiede un «supporto», una «rappresentazione della percezione», in quanto<br />
schietta «apparizione [Erscheinung]» dell’oggetto 837 , sicché non si avrebbe più<br />
«una coscienza concreta con, nei suoi più infimi gradi di costituzione, un oggetto<br />
che, stando al di sotto del dato sensibile, sarebbe costituito in modo analogo,<br />
antizipierte Welt, die horizonthaft bewusste, die Totalität ihrer in disjunktiver Gewissheit<br />
möglichen Erfüllungen hat in je kommender wirklicher Erfahrung, wobei also doch ständig im<br />
voraus gewiss ist, dass eine dieser Möglichkeiten im Gang der Erfahrung zu bewährender<br />
einstimmiger Erfüllung kommt, unbestimmt welche]».<br />
833<br />
Si cita il manoscritto quale è stato pubblicato in E. Husserl, Die Bernauer Manuskripte über<br />
das Zeitbewusstsein (1917/18), in Husserliana, Bd. XXXIII, hrsg. v. R. Bernet, D. Lohmar,<br />
Kluwer, Dordrecht-Boston-London 2001, p. 172.<br />
834<br />
Ivi, p. 172.<br />
835<br />
Ivi, p. 172.<br />
836<br />
Ivi, p. 173.<br />
837<br />
Cfr. ivi, p. 173: «Se noi parliamo del vissuto della percezione esterna per antonomasia, allora<br />
comprendiamo sotto di questa il fenomeno interamente concreto, il quale sta a significare<br />
l’apprensione fondata con il suo supporto, con la concreta percezione immanente, vale a dire la<br />
sensazione, la apprensione in sé colta, e con quest’ultima l’oggetto ad essa immanente». Ma si<br />
veda pure quanto Husserl avesse già affermato nel Ms. F I 9: «Noi ci atteniamo solo alle<br />
rappresentazioni della percezione. È chiaro comunque che in una considerazione puramente<br />
fenomenologica, le rappresentazioni della percezione non sono semplicemente individuali, ma<br />
sono diverse secondo il modo, secondo il loro reale contenuto. Soprattutto si tratta di contenuti<br />
presentanti. Quand’anche fossero parzialmente eguali, essi sarebbero comunque parzialmente<br />
diversi: “l’oggetto si mostra diverso tanto davanti quanto lateralmente quanto da dietro, ecc.”. In<br />
qualsiasi modo le molto differenti apparizioni si diano per noi, in quanto apparizioni del<br />
medesimo oggetto, abbiamo con tutte le apparizioni la coscienza dello stesso oggetto, la<br />
coscienza che sempre ancora lo stesso oggetto, lo stesso tavolo, è presente in carne ed ossa» (Id.,<br />
Wahrnehmung und Aufmerksamkeit, cit., p. 24).<br />
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