PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA
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prettamente attiva del soggetto è esplicitata nei modi della «ricettività<br />
[Rezeptivität]», nella quale «l'io lascia fare all'oggetto il suo ingresso e lo<br />
apprende» 143 . Nella ricettività, l'attività dell'io si determina nel modo più<br />
completo, ma senza che per questo venga del tutto meno la dimensione della<br />
pura passività 144 ; anzi, sul terreno dell'esperienza ricettiva, passività e attività si<br />
intrecciano l'una con l'altra, sicché, per Husserl, l'io deve tentare di esplicitare<br />
quanto era precostituito rispetto al suo agire. Ciò che distingue il «vegliare»<br />
(Erwachen) dall'«essere svegliati» (Geweckwerden) è dunque l'attualizzazione di<br />
ciò che nel puro dirigere lo sguardo a qualcosa rappresenta una possibilità che<br />
attende di trovare realizzazione 145 . In quel medesimo torno di anni, però, Husserl<br />
vorrà puntualizzare che il reciproco implicarsi di attività e passività entro la<br />
dimensione della vita dell'io non può escludere la presenza d'un «sostrato della<br />
passività [Unterschicht der Passivität]», che è presupposto da «ogni attività<br />
egoica unitaria e complessa» 146 :<br />
«Quello che deve diventare oggetto di attività, ossia ciò che affettare l'io, dev'essere per<br />
quest'ultimo già presente alla sua coscienza ed avere valore d'essere – lo stesso vale pure se una<br />
precedente attività ha dato il proprio contributo al contenuto dell'oggetto affettante. (...). Poiché<br />
ciò che da ultimo è sempre ancora possibile si comprende da sé a partire da un tratto<br />
fondamentale della vita della nostra coscienza, attraverso il quale un più limitato concetto di<br />
coscienza si separa, in un modo riscontrabile quotidianamente, da quello che si porta in sé stessi<br />
"inconsciamente", in particolare nella forma della memoria. La coscienza in un senso più ristretto<br />
è quella che ha la forma dell' affettività e dell' attività attuali. Essa soccombe, inevitabilmente,<br />
alla modificazione [Wandlung] dell'inabissamento e della permanente oscurità, nella quale in fine<br />
l'affettività si perde del tutto. Ciò che è interamente sprofondato non è affatto divenuto un nulla.<br />
La memoria [Gedächtnis] appartiene alla vita, in quanto perpetua possibilità di poter venire<br />
ridestati [wiederweckt], da sé o attivamente. (...). Il ridestamento non è una nuova percezione<br />
[Wahrnemung], ma un diverso modo di vedere [Wiederanschauung], in una nuova forma di<br />
senso, la quale corrisponde alla modalità temporale del passato, e più esattamente all'aver-daprendere<br />
la verità [Wahrgenommen-Haben] passata. (...). Invero, una unità della sintesi egoica<br />
attraversa l'intera vita, vale a dire una unità di tutti gli atti; questi sono tutti legati come io lo sono<br />
ai "miei" atti. Gli atti inabissantisi [versinkenden] ed in fine sommersi [versunkenen], divenuti<br />
"inconsci", non cessano di essere miei atti, miei valori [Geltungen], sebbene ciò avvenga solo nel<br />
modo modificato [verwandelten Modus] del valore sedimentato e dell'eventuale modificazione<br />
del loro contenuto rappresentativo [Vorstellungsgehalten] ed ovviamente a condizione che non<br />
abbiano perduto alcun valore per me. (...). D'altra parte, noi consideriamo le predatità<br />
Phänomenologische Reduktion. Texte aus dem Nachlaß (1926-1935), in Husserliana, Bd.<br />
XXXIV, hrsg. v. S. Luft, Kluwer, Dordrecht - Boston - London 2002, p. 187).<br />
143<br />
E. Husserl, Erfahrung und Urteil, cit., p. 83; trad. it. p. 72.<br />
144<br />
Ivi, p. 83; trad. it. p. 72.<br />
145<br />
Ivi, p. 83; trad. it. p. 72: «Ma in senso più proprio si deve distinguere tra l'essere sveglio come<br />
esecuzione effettiva di atti e l'essere sveglio come potenzialità, come condizione di potercompiere-atti<br />
[Akte-vollziehen-könnens], la quale costituisce il presupposto dell'esecuzione<br />
effettiva. Vegliare significa dirigere lo sguardo a qualcosa. Essere svegliati significa subire<br />
un'affezione efficace».<br />
146<br />
E. Husserl, Die Krisis der europäische Wissenschaften und die transzendentale<br />
Phänomenologie. Ergänzungsband. Texte aus dem Nachlaß (1934-1937), in Husserliana, Bd.<br />
XXIX, hrsg. v. R. N. Smid, Kluwer, Dordrecht-Boston-London 1993, p. 195.<br />
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