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PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA

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quantunque insensibile alla molteplicità degli «adombramenti» (Abschattungen),<br />

che caratterizzano le diverse fasi della percezione 170 . Laddove un oggetto<br />

permane di-fronte alla coscienza, il «possesso abituale» non soltanto tende a<br />

restare di-fronte alla coscienza, ma ad appartenerle: esso è sia un modo della<br />

coscienza egologica sia un prodotto che l'accompagna nel processo della sua<br />

genesi. D'accordo con l'esigenza di definire un orizzonte di senso che<br />

accompagni costantemente la vita dell'uomo, consentendogli di recuperare la<br />

propria visione di sé, a partire da un campo originario di pre-datità, Husserl<br />

ravvisa nella nozione di «possesso abituale», la possibilità che l'io trascendentale<br />

si attesti in una forma di permanenza che non sia svincolata dalla natura, ma che<br />

anzi da questa tragga il proprio principio di universale validità 171 .<br />

In questa prospettiva, la dialettica fra attività e passività non trova,<br />

tuttavia, una sintesi positiva, e non soltanto per l'insistenza con la quale Husserl<br />

sostiene la priorità dell'esperienza passiva rispetto all'apprensione attiva 172 , ma<br />

noetici, è appunto noetico; esso include per essenza in sé qualcosa come un<br />

"senso", ed eventualmente un senso molteplice, e compie sulla base di questi conferimenti un<br />

senso e unitamente ad essi operazioni successive che, grazie a quei conferimenti di senso,<br />

diventano appunto "sensate"».<br />

170 Ivi, p. 75; trad. it. p. 99: «Mentre la cosa è l'unità intenzionale, ossia ciò che è dato alla<br />

coscienza come unitario e identico nel continuo flusso delle percezioni che passano l'una<br />

nell'altra [queste ultime hanno pure] una loro determinata compagine descrittiva essenzialmente<br />

coordinata a quell'unità. A ogni fase della percezione appartiene per esempio un determinato<br />

contenuto di adombramenti di colore, di figura, ecc.. (...). Bisogna tenere ben presente che i dati<br />

sensibili, i quali esplicano la funzione di adombramenti di colore, di levigatezza, di figura (la<br />

funzione di "presentazione"), ecc., devono essere tenuti rigorosamente distinti dal colore, dalla<br />

figura, dalla levigatezza come tale, in breve, da tutte le specie di momenti cosali.<br />

L'adombramento, sebbene porti lo stesso nome, non è per principio del medesimo genere di ciò<br />

che è adombrato. L'adombramento è un vissuto». In modo efficace, D. Welton tende a<br />

riassumere il significato del termine "Abschattung", constatando com'esso si riferisca a due<br />

differenti insiemi di fenomeni: «da un lato, esso può significare l'apparenza nella quale e<br />

attraveso la quale la cosa è data; dall'altro, esso può riferirsi alla molteplicità dei dati sensibili, nei<br />

quali l'apparenza stessa si dà» (Id., The Origin of Meaning, cit., p. 231).<br />

171 E. Husserl, Ideen zu einer reinen Phänomenologie und phänomenologischen Philosophie.<br />

Zweites Buch, cit., p. 215; trad. it. p. 219. M. Merleau-Ponty ravvisa in codesta riabilitazione<br />

della natura uno dei punti più complessi della meditazione husserliana. Segnatamente, osserva il<br />

filosofo francese, «Husserl ha riabilitato l'idea di Natura attraverso quest'idea di collegamento a<br />

una verità comune che i soggetti riprenderebbero, ma di cui non sarebbero gli iniziatori. Tutto ciò<br />

che avviene non si spiega né attraverso l'interiorità, né attraverso l'esteriorità, ma attraverso<br />

un'occasione, che è la concordanza tra questi due dati e che viene assicurata dalla Natura».<br />

Nonostante i suoi sforzi, però, Husserl non sarebbe riuscito ad integrare una siffatta filosofia<br />

della natura con i tratti della sua riflessione più prossimi ad una forma di idealismo<br />

trascendentale, sicché egli, alla fine delle Ideen, non mancherà di provare – ricorda sempre<br />

Merleau-Ponty – una sorta di imbarazzo per l'inclusione di analisi che gli parvero troppo ingenue<br />

per trovare posto all'interno della sua speculazione (Id., La nature, Seuil, Paris 1995; trad. it. di<br />

M. Mazzocut-Mis e F. Sossi, La natura, Cortina, Milano 1996, pp. 117-118).<br />

172 E. Husserl, Cartesianische Meditationen, cit., p. 112; trad. it. pp. 102-103: «Quel che nella<br />

vita ci si presenta, per così dire, come bell'e pronto, come mera cosa esistente (...), è ciò che è<br />

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