31.05.2013 Views

PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA

PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA

PENSIERO E SENSO NELL'ESPERIENZA ... - FedOA

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

filosofo l’intenzione «di penetrare il “senso” del fenomeno del mondo e di<br />

afferrarlo in concetti», bastando allo scrittore un’acquisizione intuitiva dei dati<br />

fenomenici della quale fruire per le proprie configurazioni estetiche 770 . Al<br />

contempo, però, il pensatore moravo appuntava che ogni visione, di qualsiasi<br />

natura fosse, si sarebbe dovuta comprendere all’interno di un «operare vedentecieco<br />

[zu schauend-blindem Wirken]» 771 , a voler sottolineare come il<br />

fenomenologo debba esercitare il proprio metodo nella consapevolezza che non<br />

appartiene alla natura dell'uomo il poter vedere perfettamente, e vi sia quindi,<br />

legata ad ogni visione, una latenza, una insanabile cecità 772 . Husserl, d’altronde,<br />

sei anni dopo la lettera ad Hofmannsthal, riaffermando la necessità d’una accorta<br />

considerazione degli errori che la conoscenza sia fattuale che ideale della realtà<br />

può compiere, concluderà il I Libro delle Ideen, osservando come «di fronte alla<br />

sintesi continua della concordanza devono essere riconosciute nel loro diritto le<br />

sintesi del contrasto, della conversione di valore, della diversa determinazione, o<br />

come altrimenti si vogliano chiamare: per una fenomenologia della “realtà vera”<br />

anche la fenomenologia della “vana parvenza” è del tutto indispensabile» 773 .<br />

Sebbene le «rotture della concordanza» siano piuttosto rare, ovvero siano<br />

relativamente sporadici i casi in cui i contenuti intuiti degli atti intenzionali<br />

“esplodono”, necessitando di «correzioni» di contenuto 774 , Husserl tiene<br />

comunque a sottolineare che a dover essere considerata è l’identità dell’oggetto,<br />

770 La lettera di cui si fa menzione è stata pubblicata per la prima volta, con una breve<br />

introduzione, da R. Hirsch in Sprache und Politik. Festgabe für Dolf Sternberger zum 60.<br />

Geburstag, hrsg. v. C.-J. Friedrich und B. Reifenberg, Lambert Schneider Verlag, Heidelberg<br />

1968, pp. 108-115, donde si cita, e quindi ripubblicata in E. Husserl, Briefwechsel, Bd. VIII,<br />

hrsg. v. E. und K. Schuhmann, in Husserliana Dokumente, Kluwer, Dordrecht-Boston-London<br />

1994, pp. 133-136; trad. it. di G. Scaramuzza, Edmund Husserl: una lettera ad Hofmannsthal, in<br />

Estetica Monacense. Un percorso fenomenologico, a c. di G. Scaramuzza, Cuem, Milano 1996,<br />

pp. 7-14, qui pp. 13-14. Per un commento critico più articolato di codesto breve, ma significativo<br />

testo husserliano, si rinvia a E. Escoubas, Une lettre de Husserl à Hofmannsthal, in «La part de<br />

l'œil», 7, 1991, pp. 12-15; E. Massimilla, L'arte pura e la sfinge della conoscenza: una lettera di<br />

Edmund Husserl a Hugo von Hofmannsthal, in «Archivio di storia della cultura», XI, 1998, pp.<br />

193-213; R. Taioli, Su una lettera di Husserl a Hofmannsthal sull'estetica, in «Città di vita», 4,<br />

2003, pp. 385-388; mentre, per un inquadramento storico-teorico della lettera, si vedano i<br />

contributi di S. Zecchi, Un manoscritto husserliano sull'estetica, in «aut-aut», 131-132, 1972, pp.<br />

80-94, e di G. Scaramuzza, K. Schuhmann, Oggettività estetica: un manoscritto di Husserl, in<br />

«Rivista di estetica», 38, 1991, pp. 3-14.<br />

771 E. Husserl, Brief an Hofmannsthal, cit., p. 114; trad. it. p. 14.<br />

772 Come osserva U. Curi in un’ampia disamina sul primato epistemico della vista, «lo<br />

“spettacolo della verità”, del quale il filosofo è amante, non coincide con una qualsivoglia forma<br />

di statica e pacifica contemplazione, né è concepibile come esperienza individuale, risultato di un<br />

privilegio acquisito. Ciò perché la verità non può essere identificata con la mera manifestazione<br />

di una realtà che si rende visibile: piuttosto essa è, in se stessa, qualcosa in cui convergono e<br />

confliggono il visibile e il non visibile, la luce e le ombre» (Id., La forza dello sguardo, Bollati<br />

Borighieri, Torino 2004, p. 207).<br />

773 E. Husserl, Ideen zu einer reinen Phänomenologie und phänomenologischen Philosophie.<br />

Erstes Buch, p. 318; trad. it. p. 377.<br />

774 Ivi, p. 317; trad. it. p. 376.<br />

187

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!