Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria
Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria
Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
1 1 8 A r p a U m b r i a 2 0 1 2<br />
Accanto alla sommersione permanente<br />
viene indicata come possibile<br />
causa <strong>del</strong>la moria dei canneti anche l’accumulo<br />
eccessivo di lettiera, soprattutto<br />
se autogenerata dalla cannuccia stessa.<br />
A questo va aggiunto che la cannuccia<br />
subisce l’effetto auto-tossico dei propri<br />
residui vegetali: quando si accumula<br />
troppa sostanza organica proveniente da<br />
se stessa, ne risulta danneggiata; si tratterebbe<br />
infatti di una specie autoallelopatica<br />
e l’effetto sarebbe aggravato dalle<br />
condizioni di sommersione prolungata<br />
(Patrick et al. 1964, Gopal & Goel<br />
1993). Questo spiegherebbe la correlazione,<br />
più volte riscontrata in letteratura<br />
ed evidente anche al lago <strong>Trasimeno</strong>,<br />
tra presenza di lettiera autogenerata e<br />
declino <strong>del</strong> canneto. La rizosfera non<br />
ossigenata, inoltre, può portare alla<br />
produzione di fitotossine.<br />
Il canneto è un sistema filtrante di<br />
grande efficienza e la sua risposta ai cambiamenti<br />
ambientali può essere tardiva:<br />
esso agisce come un vero e proprio buffer<br />
(Ostendorp 1989). Questo spiegherebbe<br />
perché il ritiro <strong>del</strong> canneto nell’area<br />
La Valle di S. Savino non sia avvenuto<br />
in modo drastico negli anni immediatamente<br />
successivi all’ampliamento<br />
<strong>del</strong> bacino, ma attraverso un graduale<br />
ed inesorabile arretramento: il fronte<br />
acquatico <strong>del</strong> canneto ha subito una<br />
frammentazione progressiva seguita di<br />
anno in anno dalla scomparsa <strong>del</strong>le stazioni<br />
maggiormente colpite dalla sommersione,<br />
come ipotizzato da Filipponi<br />
et al. (2010). Il conseguente accumulo<br />
dei residui ha ulteriormente inibito lo<br />
sviluppo di nuovo canneto.<br />
6.6. Conclusioni<br />
Il canneto <strong>del</strong> lago <strong>Trasimeno</strong> è una<br />
componente fondamentale <strong>del</strong>l’ecosistema<br />
lacustre da vari punti di vista. Si<br />
tratta di un importante serbatoio di biodiversità<br />
sia dal punto di vista botanico<br />
che faunistico, che garantisce la sopravvivenza<br />
di numerose specie e comunità<br />
vegetali e animali. Pur trattandosi di un<br />
habitat non incluso nell’Allegato 1 alla<br />
Direttiva 92/43/CEE, esso svolge diverse<br />
funzioni di grande rilievo per l’intero<br />
ecosistema palustre; in particolare, non<br />
vanno dimenticati i preziosi servizi ecosistemici<br />
quali l’effetto di fitodepurazione<br />
e il ruolo di carbon-sink. Il canneto<br />
è inoltre un elemento fondante <strong>del</strong> paesaggio<br />
lacustre e senz’altro il più visibile<br />
e caratterizzante, dopo l’acqua, per la<br />
quale costituisce una sorta di cornice.<br />
Il complesso <strong>del</strong>le indagini portate<br />
avanti fornisce utili spunti per l’interpretazione<br />
<strong>del</strong> fenomeno di generale<br />
degrado che affligge la fascia spondale<br />
<strong>del</strong> lago <strong>Trasimeno</strong>, come è stato rilevato<br />
anche da altri autori (Bresciani et al.<br />
2009a, 2009b). In un’ottica di tutela<br />
degli ecosistemi, l’approccio eco-idrologico<br />
e l’analisi degli effetti sul lungo<br />
periodo sono fondamentali: nel caso in<br />
esame, una trasformazione profonda <strong>del</strong><br />
bilancio idrico può aver indotto <strong>del</strong>le<br />
conseguenze sul canneto anche a distanza<br />
di decadi, proprio perché si tratta di<br />
un ecosistema tampone, che può produrre<br />
<strong>del</strong>le risposte differite nel tempo<br />
poiché nel breve periodo ammortizza gli<br />
impatti subiti. Questo può voler dire che<br />
quando i sintomi divengono manifesti,<br />
i processi sono ormai irreversibili.<br />
La presente trattazione rappresenta<br />
una sintesi originale di dati pubblicati<br />
dai medesimi autori in vari contributi<br />
scientifici, ai quali si rimanda per<br />
una dettagliata analisi <strong>del</strong>le procedure<br />
metodologiche seguite e dei risultati<br />
ottenuti. Lo studio di base, comprendente<br />
l’analisi dei parametri macromorfologici,<br />
è riportato in forma preliminare<br />
in Gigante et al. (2008a, 2008b,<br />
2008c, 2009a, 2009b, 2010); i risultati<br />
completi <strong>del</strong>l’indagine vengono<br />
analizzati in Gigante et al. (2011a), gli