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Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria

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3 7 4 A r p a U m b r i a 2 0 1 2<br />

Qui vedete il lago <strong>Trasimeno</strong> e quelle<br />

in verde sono le aree e i siti di interesse<br />

comunitario (fig. 1). Il verde - con il<br />

quale è stato evidenziato il lago <strong>Trasimeno</strong><br />

- indica le aree che vengono riconosciute<br />

come siti di interesse comunitario<br />

appartenenti alla rete Natura 2000. Qui<br />

vedete anche l’estensione <strong>del</strong>le superfici<br />

che devono essere oggetto di analisi,<br />

perché lo specchio lacustre è molto<br />

legato anche alle utilizzazioni agricole,<br />

turistiche e di altro genere presenti nella<br />

zona. Nel bacino imbrifero ricadono<br />

anche altri siti di interesse comunitario<br />

e la Regione ha commissionato alla<br />

Comunità Montana la redazione dei<br />

piani per queste aree. Su queste aree un<br />

gruppo di lavoro composto da docenti<br />

e ricercatori provenienti dall’Università<br />

degli Studi di Perugia - Dipartimento di<br />

Biologia Animale e Biologia Vegetale –,<br />

tecnici <strong>del</strong>la Provincia di Perugia e anche<br />

di Legambiente, ha svolto un’attività di<br />

rivisitazione tecnico-scientifica sugli<br />

aspetti forestali e l’habitat per andare<br />

ad una ridefinizione <strong>del</strong> perimetro e ad<br />

una zonizzazione degli habitat ritenuti<br />

prioritari. L’altro lavoro effettuato dal<br />

gruppo è stato la traslazione di questa<br />

zonizzazione da una scala 1:25.000 ad<br />

una scala di maggior dettaglio. Il passaggio<br />

ulteriore era la definizione <strong>del</strong>le<br />

azioni gestionali e la programmazione<br />

<strong>del</strong>le attività di monitoraggio. Tutto<br />

questo doveva essere fatto attraverso una<br />

regia regionale, che vi è stata illustrata<br />

ieri, e un’adozione di piani di gestione<br />

uniforme di queste aree SIC e ZPS.<br />

Una cosa importante da segnalare è che<br />

queste aree che avete visto insistono, per<br />

larga parte, su superfici di proprietà<br />

privata.<br />

In questo percorso è stato fatto un<br />

lavoro di condivisione e un’attività di<br />

approccio attraverso un processo di<br />

Agenda 21 locale. Sono state utilizzate<br />

<strong>del</strong>le tecniche per analizzare i punti di<br />

criticità e alla fine si è arrivati ad una<br />

definizione cartografica <strong>del</strong>le aree. Poi,<br />

abbiamo definito le azioni gestionali.<br />

Queste azioni gestionali, proprio per<br />

questa necessità di coordinamento e di<br />

regia regionale, sono state suddivise in<br />

quattro grandi categorie: azioni vietate,<br />

azioni da incentivare, azioni che abbisognano<br />

di una valutazione di incidenza<br />

e azioni di monitoraggio.<br />

Il risultato <strong>del</strong>le attività tecnicoscientifiche<br />

ha portato, poi, ad una elaborazione<br />

di queste azioni. Ovviamente,<br />

Fig. 1<br />

Aree e siti di interesse comunitario

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