Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria
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tivo, consente all’equilibrio un prelievo<br />
ittico annuo totale valutabile attorno a<br />
pochi chilogrammi per ettaro di superficie<br />
(~2-30 kg ha -1 ); un lago mesotrofo<br />
(mediamente produttivo) può garantire<br />
una resa totale annua tra 30 e 60 kg ha -1 ,<br />
mentre un lago eutrofo (molto produttivo)<br />
può raggiungere anche valori<br />
superiori a 100 kg ha -1 (Oglesby, 1977;<br />
Downing et al., 1990). Questi limiti vanno<br />
considerati come largamente indicativi<br />
e soprattutto devono essere riferiti<br />
all´intero popolamento ittico e non soltanto<br />
alle specie oggetto di pesca: è interessante<br />
evidenziare come il lago <strong>Trasimeno</strong><br />
possa superare, nei momenti in<br />
cui il prelievo ittico raggiunge i propri<br />
picchi massimi, tali valori di riferimento:<br />
negli anni ‘63 - ’70 si sono ottenuti<br />
dal lago fino a 105 kg ha -1 di pescato <strong>del</strong>le<br />
sole specie di interesse commerciale.<br />
15.4 La gestione <strong>del</strong>le specie<br />
alloctone<br />
Quanto appena discusso rappresenta<br />
un ulteriore esempio di come la<br />
componente biologica sia fortemente<br />
influenzata dalle condizioni abiotiche<br />
che caratterizzano il lago <strong>Trasimeno</strong> e<br />
dalle loro variazioni. L’esistenza di questa<br />
relazione è uno dei paradigmi centrali<br />
<strong>del</strong>l’ecologia, non solo <strong>del</strong>le acque<br />
interne (De Bernardi e Giussani, 1995),<br />
e la letteratura scientifica al riguardo è<br />
piena di casi particolarmente significativi:<br />
è noto come i cambiamenti nella<br />
struttura <strong>del</strong>le comunità ittiche di un<br />
lago siano fortemente associati alla sua<br />
evoluzione trofica (Olin et al., 2002).<br />
Quella che spesso viene sottovalutata<br />
è l’esistenza <strong>del</strong>la relazione inversa: la<br />
componente biologica può indurre dei<br />
notevoli cambiamenti nelle caratteristiche<br />
abiotiche <strong>del</strong>l’ambiente. Ciò pone<br />
in una luce diversa il problema <strong>del</strong>la<br />
gestione <strong>del</strong>le specie esotiche presenti<br />
nel lago.<br />
Il carassio dorato, ad esempio, oltre<br />
ad impattare alcune specie ittiche con<br />
le quali compete direttamente per le<br />
risorse trofiche, svolge spesso un ruolo<br />
chiave negli ambienti acquatici perché<br />
induce cambiamenti tali da modificare<br />
l’intero ecosistema, con ripercussioni a<br />
cascata su tutte le altre componenti biologiche<br />
(Richardson e Whoriskey, 1992;<br />
Scheffer et al., 1993). Per alimentarsi,<br />
infatti, mette in sospensione i sedimenti<br />
fini dei fondali, rendendo torbida<br />
l’acqua (Cowx, 1997) e liberando i sali<br />
minerali che divengono disponibili in<br />
quantità più elevate per il fitoplancton<br />
(Richardson et al., 1995). Alcuni studi<br />
hanno inoltre dimostrato che lo sviluppo<br />
dei cianobatteri è stimolato dal passaggio<br />
nell’intestino <strong>del</strong> carassio dorato<br />
(Kolmakov e Gladyshev 2003): non è<br />
escluso che l’aumento dei cianobatteri<br />
e la presenza di cianotossine nel lago<br />
<strong>Trasimeno</strong> (Padula e Cingolani, 2009)<br />
possano essere messi in relazione con<br />
la comparsa <strong>del</strong> carassio. Altre ricerche<br />
attribuiscono a questa specie un declino<br />
nelle abbondanze <strong>del</strong>la fauna ad invertebrati<br />
nelle località in cui viene immessa<br />
(Richardson e Whoriskey, 1992), così<br />
come la scomparsa locale <strong>del</strong>le macrofite<br />
acquatiche per consumo diretto o<br />
estirpazione dal fondo (Richardson et<br />
al., 1995). Il carassio può inoltre predare<br />
le uova, gli stadi giovanili e gli adulti<br />
<strong>del</strong>le altre specie di pesci. Il principale<br />
impatto sulle specie ittiche indigene è<br />
costituito, comunque, dalla competizione<br />
per il cibo e le altre risorse: è stato<br />
osservato che il carassio produce un<br />
impatto negativo diretto sulla tinca, con<br />
la quale compete per il cibo (Halacka<br />
et al., 2003). Per il luccio il declino<br />
<strong>del</strong>l’abbondanza è stato attribuito ad un<br />
incremento <strong>del</strong>la torbidità <strong>del</strong>l’acqua<br />
(Cowx, 1997).<br />
Il carassio dorato ha tutte le potenzialità<br />
per essere una specie invasiva par-