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Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria

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2 3 4 A r p a U m b r i a 2 0 1 2<br />

tivo, consente all’equilibrio un prelievo<br />

ittico annuo totale valutabile attorno a<br />

pochi chilogrammi per ettaro di superficie<br />

(~2-30 kg ha -1 ); un lago mesotrofo<br />

(mediamente produttivo) può garantire<br />

una resa totale annua tra 30 e 60 kg ha -1 ,<br />

mentre un lago eutrofo (molto produttivo)<br />

può raggiungere anche valori<br />

superiori a 100 kg ha -1 (Oglesby, 1977;<br />

Downing et al., 1990). Questi limiti vanno<br />

considerati come largamente indicativi<br />

e soprattutto devono essere riferiti<br />

all´intero popolamento ittico e non soltanto<br />

alle specie oggetto di pesca: è interessante<br />

evidenziare come il lago <strong>Trasimeno</strong><br />

possa superare, nei momenti in<br />

cui il prelievo ittico raggiunge i propri<br />

picchi massimi, tali valori di riferimento:<br />

negli anni ‘63 - ’70 si sono ottenuti<br />

dal lago fino a 105 kg ha -1 di pescato <strong>del</strong>le<br />

sole specie di interesse commerciale.<br />

15.4 La gestione <strong>del</strong>le specie<br />

alloctone<br />

Quanto appena discusso rappresenta<br />

un ulteriore esempio di come la<br />

componente biologica sia fortemente<br />

influenzata dalle condizioni abiotiche<br />

che caratterizzano il lago <strong>Trasimeno</strong> e<br />

dalle loro variazioni. L’esistenza di questa<br />

relazione è uno dei paradigmi centrali<br />

<strong>del</strong>l’ecologia, non solo <strong>del</strong>le acque<br />

interne (De Bernardi e Giussani, 1995),<br />

e la letteratura scientifica al riguardo è<br />

piena di casi particolarmente significativi:<br />

è noto come i cambiamenti nella<br />

struttura <strong>del</strong>le comunità ittiche di un<br />

lago siano fortemente associati alla sua<br />

evoluzione trofica (Olin et al., 2002).<br />

Quella che spesso viene sottovalutata<br />

è l’esistenza <strong>del</strong>la relazione inversa: la<br />

componente biologica può indurre dei<br />

notevoli cambiamenti nelle caratteristiche<br />

abiotiche <strong>del</strong>l’ambiente. Ciò pone<br />

in una luce diversa il problema <strong>del</strong>la<br />

gestione <strong>del</strong>le specie esotiche presenti<br />

nel lago.<br />

Il carassio dorato, ad esempio, oltre<br />

ad impattare alcune specie ittiche con<br />

le quali compete direttamente per le<br />

risorse trofiche, svolge spesso un ruolo<br />

chiave negli ambienti acquatici perché<br />

induce cambiamenti tali da modificare<br />

l’intero ecosistema, con ripercussioni a<br />

cascata su tutte le altre componenti biologiche<br />

(Richardson e Whoriskey, 1992;<br />

Scheffer et al., 1993). Per alimentarsi,<br />

infatti, mette in sospensione i sedimenti<br />

fini dei fondali, rendendo torbida<br />

l’acqua (Cowx, 1997) e liberando i sali<br />

minerali che divengono disponibili in<br />

quantità più elevate per il fitoplancton<br />

(Richardson et al., 1995). Alcuni studi<br />

hanno inoltre dimostrato che lo sviluppo<br />

dei cianobatteri è stimolato dal passaggio<br />

nell’intestino <strong>del</strong> carassio dorato<br />

(Kolmakov e Gladyshev 2003): non è<br />

escluso che l’aumento dei cianobatteri<br />

e la presenza di cianotossine nel lago<br />

<strong>Trasimeno</strong> (Padula e Cingolani, 2009)<br />

possano essere messi in relazione con<br />

la comparsa <strong>del</strong> carassio. Altre ricerche<br />

attribuiscono a questa specie un declino<br />

nelle abbondanze <strong>del</strong>la fauna ad invertebrati<br />

nelle località in cui viene immessa<br />

(Richardson e Whoriskey, 1992), così<br />

come la scomparsa locale <strong>del</strong>le macrofite<br />

acquatiche per consumo diretto o<br />

estirpazione dal fondo (Richardson et<br />

al., 1995). Il carassio può inoltre predare<br />

le uova, gli stadi giovanili e gli adulti<br />

<strong>del</strong>le altre specie di pesci. Il principale<br />

impatto sulle specie ittiche indigene è<br />

costituito, comunque, dalla competizione<br />

per il cibo e le altre risorse: è stato<br />

osservato che il carassio produce un<br />

impatto negativo diretto sulla tinca, con<br />

la quale compete per il cibo (Halacka<br />

et al., 2003). Per il luccio il declino<br />

<strong>del</strong>l’abbondanza è stato attribuito ad un<br />

incremento <strong>del</strong>la torbidità <strong>del</strong>l’acqua<br />

(Cowx, 1997).<br />

Il carassio dorato ha tutte le potenzialità<br />

per essere una specie invasiva par-

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