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Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria

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A t t i d e l c o n v e g n o<br />

3 1 3<br />

cole, la manutenzione <strong>del</strong> canneto o il<br />

dragaggio dei fondali, un altro elemento<br />

che dobbiamo considerare. A questo<br />

proposito leggevo qualche giorno fa<br />

alcuni interventi contro il dragaggio dei<br />

fondali, che snaturerebbe il lago. Credo<br />

che non dobbiamo commettere l’errore<br />

di immaginare il lago come la foresta<br />

amazzonica. Qui siamo in una realtà che<br />

da circa 3000 anni vede visto l’uomo e<br />

il lago vivere in un connubio molto forte.<br />

Già al tempo degli Etruschi, l’uomo<br />

ha messo mano sul lago con una serie<br />

di interventi – anche perché probabilmente,<br />

io non sono un esperto, voi lo<br />

saprete sicuramente meglio di me, la<br />

Valdichiana (di cui il lago è un pezzo)<br />

sarebbe una grande palude. Se le opere<br />

di bonifica e di intervento non fossero<br />

iniziate allora, non avremmo questo<br />

splendido paesaggio che abbiamo oggi<br />

e che credo tutto il mondo ammira.<br />

Pensare che sul lago non si possano fare<br />

interventi credo sia una cosa che non<br />

possiamo accettare. Avere una visione<br />

solo di tutela, che pone unicamente<br />

limiti, credo faccia anche un danno al<br />

<strong>Trasimeno</strong>. Noi abbiamo bisogno che<br />

l’uomo continui ad intervenire sul lago<br />

<strong>Trasimeno</strong>, continui ad intervenire con<br />

il dragaggio, continui ad intervenire<br />

con la manutenzione <strong>del</strong> canneto, continui<br />

ad intervenire attraverso pratiche<br />

agricole – adesso si chiamano buone<br />

pratiche agricole – che garantiscano la<br />

normale manutenzione dei terreni e<br />

il normale deflusso <strong>del</strong>le acque verso<br />

il lago. Tante piccole cose che possiamo<br />

recuperare nella storia recente. Mi<br />

auguro dunque che riusciremo ad operare<br />

questo passaggio culturale, per il<br />

quale il lago recuperi fino in fondo il<br />

grande valore che esso riveste per questa<br />

regione, lavorando per far comprendere<br />

meglio il valore di questo territorio e<br />

di questo nostro lago <strong>Trasimeno</strong> e restituendo<br />

appieno anche quali sono i livelli<br />

e le esigenze di intervento che dobbiamo<br />

praticare su questo territorio. Ponendo<br />

questa questione: l’uomo non può non<br />

intervenire sul lago, su di esso l’uomo<br />

interviene da sempre. Certo, deve<br />

essere un intervento regolato, ma non<br />

è pensabile che l’uomo non intervenga,<br />

perché altrimenti questo bellissimo<br />

paesaggio diventa un’altra cosa in negativo.<br />

Questo è il punto sul quale sento<br />

di dover insistere: come costruire, per<br />

il futuro <strong>del</strong> <strong>Trasimeno</strong>, un rapporto<br />

corretto tra l’uomo e il lago. Regoliamolo,<br />

definiamolo, ma il lago non può<br />

prescindere dall’intervento <strong>del</strong>l’uomo.<br />

Grazie e buon lavoro.<br />

Svedo Piccioni<br />

Direttore Generale Arpa <strong>Umbria</strong><br />

Voglio innanzitutto ringraziare il sindaco<br />

di Castiglione <strong>del</strong> <strong>Lago</strong> per il suo<br />

intervento e per le interessanti questioni<br />

che ha sollevato, che possono forse trovare<br />

risposta nel significato stesso <strong>del</strong>la<br />

giornata di oggi. Veniamo da un passato<br />

in cui non è che non si è intervenuti sul<br />

lago, si è intervenuti moltissimo, e forse<br />

per alcuni aspetti anche troppo. Qui c’è<br />

innanzitutto una questione di carattere<br />

culturale da affrontare, che riguarda<br />

l’idea che l’uomo ha sempre avuto <strong>del</strong><br />

proprio rapporto diretto con la natura.<br />

Viviamo in un Paese – e non ne siamo<br />

esenti nemmeno in <strong>Umbria</strong>, per essere<br />

chiari – in cui questo rapporto è stato<br />

un rapporto di dominio <strong>del</strong>l’uomo sulla<br />

natura, teso a piegare la natura alla proprie<br />

esigenze, sviluppando con essa un<br />

rapporto conflittuale. Questa è la prima<br />

grande questione che l’era moderna<br />

ci ha sottoposto, perché un rapporto<br />

di questo tipo non è più sopportabile.<br />

Basti pensare ai fiumi, imbrigliati<br />

e bloccati dall’opera <strong>del</strong>l’uomo fino a<br />

quando la potenza <strong>del</strong>le acque esplode e<br />

fa disastri. Questo è un Paese che spende<br />

cifre spaventose per intervenire sulle

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