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Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria

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1 . S t a t o d e l l e c o n o s c e n z e<br />

2 9<br />

sono essere eccellenti e che ogni ulteriore<br />

apporto di inquinanti potrebbe<br />

compromettere le condizioni generali<br />

<strong>del</strong> lago.<br />

Dopo il convegno <strong>del</strong> 1969, l’attenzione<br />

<strong>del</strong>l’opinione pubblica rimane<br />

alta, tanto che nel 1972, nel Convegno<br />

Iniziative per la difesa <strong>del</strong>l’ambiente in <strong>Umbria</strong>,<br />

Perugia 29 ottobre, organizzato dall’Associazione<br />

Italiana per l’Igiene e la Sanità<br />

Pubblica - Sezione <strong>Umbria</strong> e dalle<br />

Amministrazioni Provinciali di Perugia<br />

e Terni (Regione <strong>Umbria</strong>, 1973), c’è un<br />

significativo intervento sul lago (Tiberi<br />

et al.1973), frutto di uno studio effettuato<br />

nei 3 anni precedenti e promosso dall’<br />

Università e LESP, essenzialmente sullo<br />

stato chimico <strong>del</strong>le acque e sugli impatti<br />

generati dalle attività nel bacino.<br />

Lo studio afferma che, nonostante<br />

qualche problema, le acque <strong>del</strong> lago<br />

siano da considerarsi in stato accettabile<br />

adottando un indice globale di inquinamento<br />

<strong>del</strong>l’epoca, basato su pH, ossigeno<br />

disciolto, domanda di ossigeno, specie<br />

azotate, detergenti, olii e grassi.<br />

Un intervento <strong>del</strong> professor Gianotti,<br />

Direttore <strong>del</strong>l’Istituto di Idrobiologia<br />

e Pescicoltura <strong>del</strong>l’Università di Perugia,<br />

traccia un quadro <strong>del</strong> sistema lago<br />

da un punto di vista ecosistemico, che,<br />

seppur parziale e personale, è degno di<br />

essere riproposto nelle sue parti significative<br />

per i tanti elementi citati, dal<br />

titolo Cronistoria trasimenica: passato presente e<br />

futuro (Regione <strong>Umbria</strong>, 1973).<br />

L’intervento, a ricordo <strong>del</strong>le vicissitudini<br />

degli anni ’50 e <strong>del</strong>l’ampliamento<br />

<strong>del</strong> bacino imbrifero, esordisce così:<br />

“La recente storia <strong>del</strong> lago <strong>Trasimeno</strong> emerge<br />

dalle registrazioni <strong>del</strong>le fluttuazioni <strong>del</strong> livelli<br />

idrici. Ad esse sono associate, infatti, le variazioni<br />

fisico-chimiche <strong>del</strong>le acque ed i cambiamenti <strong>del</strong>le<br />

biocenosi.<br />

Alla data 30 settembre 1958 le acque sono a<br />

quota 254,53 m.s.l.m., la più bassa raggiunta dal<br />

lago; al primo gennaio 1960 aumenta di 69 cm.<br />

Nel quadriennio 1960-63 il livello si innalza di<br />

m.1,92. Nel periodo 1964-67 il livello non scende<br />

mai più di cm.40 al di sotto <strong>del</strong>la quota di sfioro<br />

<strong>del</strong>l’emissario artificiale (257,33 m.s.l.m.) […] al<br />

31 dicembre 1971 la quota <strong>del</strong>le acque è 256,78,<br />

come dire 55 cm. al di sotto <strong>del</strong> livello di sfioro …”.<br />

Dai livelli passa poi ad analizzare gli<br />

aspetti vegetazionali e ittici correlati:<br />

“...L’estensione e la densità <strong>del</strong>l’insediamento<br />

macrofitico nel <strong>Trasimeno</strong> seguono le fluttuazioni<br />

<strong>del</strong> livello idrico: si abbassano le acque, aumenta il<br />

popolamento macrofitico.<br />

Il <strong>Trasimeno</strong>, ridotto a 3-4 metri di profondità<br />

massima (NDA: anni ’50), subisce uno dei fenomeni<br />

più temuti per gli stagni artificiali di pescicoltura:<br />

l’eccessivo sviluppo <strong>del</strong>le piante acquatiche,<br />

oltre i limiti considerati ancora tollerabili … negli<br />

stagni artificiali: 10-20% per i vegetali galleggianti<br />

e 30-50% per i vegetali sommersi.<br />

Un popolamento vegetale equilibrato reca notevoli<br />

vantaggi al biotopo in cui è insediato: produce<br />

ossigeno ed aumenta l’autodepurazione <strong>del</strong>l’ambiente;<br />

sintetizza sostanze organiche utilizzando le<br />

inorganiche e può opporsi all’inquinamento <strong>del</strong>le<br />

acque; rappresenta habitat ottimale per moltissimi<br />

esseri viventi e rifugio per l’ittiofauna allo stadio<br />

giovanile; costituisce pabulum ai pesci e ad altri<br />

organismi animali, serve a molte specie ittiche per la<br />

deposizione <strong>del</strong>le uova.<br />

È noto che, a parità di superficie, i laghi poco<br />

profondi sono spesso più produttivi anche dal punto<br />

di vista ittico.<br />

Quando l’invasione idrofitica è massiccia e<br />

rapida, quando interi settori non consentono la<br />

navigazione neppure a remi, neppure alle barche<br />

a fondo piatto ed impediscono di impostare l’attrezzatura<br />

di pesca, quando i fenomeni putrefattivi<br />

diventano abnormemente imponenti, quando si ha<br />

estremo impoverimento <strong>del</strong> tasso di ossigeno disciolto<br />

con settori perennemente asfittici, quando i fanghi<br />

di fondo sono neri per solfuri, quando la temperatura<br />

<strong>del</strong>l’acqua a tutti i livelli segue rapidamente<br />

lo stesso livello di quella <strong>del</strong>l’aria, non si può parlare<br />

di lago eutrofo, ma di impaludimento.<br />

Evidentissimi sono i fenomeni di viraggio alla<br />

facies palustre anche nella fauna e nella flora: fioriture<br />

imponenti di Microcystis aeruginosa, Apha-

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