Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria
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2 2 4 A r p a U m b r i a 2 0 1 2<br />
Quanto qui sopra riportato non<br />
vuole essere un compendio al rapporto<br />
di una qualche Valutazione Ambientale<br />
Strategica, ma un promemoria, un punto<br />
di partenza, un richiamo alla concretezza<br />
e all’integrazione <strong>del</strong>le competenze<br />
istituzionali.<br />
Per concludere quest’introduzione<br />
alle valutazioni <strong>del</strong> capitolo, ci preme<br />
mettere l’accento su due punti fondamentali<br />
al discorso che si sta evidenziando,<br />
così riassumibili:<br />
1. come integrare efficacemente Direttiva<br />
Habitat e WFD nella gestione <strong>del</strong><br />
comprensorio lacustre (ossia conservazione<br />
<strong>del</strong>la biodiversità e qualità<br />
<strong>del</strong>le acque);<br />
2. come giungere ad una affidabile<br />
valutazione <strong>ambientale</strong> <strong>del</strong>lo stato<br />
ecologico <strong>del</strong> lago (in senso WFD,<br />
da cui partire per rivedere le misure<br />
d’intervento sul territorio).<br />
Nel primo punto, le aree protette istituite<br />
per la tutela di habitat e di specie<br />
dipendenti dall’ambiente acquatico<br />
sono inserite dalla WFD in appositi registri<br />
(articolo 6) ed i Siti Natura 2000<br />
devono conseguire il raggiungimento<br />
degli obiettivi di conservazione previsti<br />
dalle direttive Habitat e Uccelli (articolo<br />
4.1). In questi siti non si applicano<br />
scadenze temporali tipo WFD (2015 e<br />
sessenni successivi), ma gli Stati membri<br />
devono garantire il mantenimento o, se<br />
necessario, il ripristino di uno stato di<br />
conservazione soddisfacente degli habitat<br />
e <strong>del</strong>le specie inserite negli all. I e II<br />
<strong>del</strong>la Direttiva Habitat e nell’all. I <strong>del</strong>la<br />
Direttiva Uccelli, fin dal momento <strong>del</strong>la<br />
loro individuazione.<br />
La WFD fornisce, inoltre, indicazioni<br />
per l’adempimento <strong>del</strong>le misure previste<br />
dalle tre direttive per la tutela dei Siti<br />
Natura 2000 in cui sono presenti specie<br />
ed habitat dipendenti dall’ambiente<br />
acquatico (D’Antoni e Natalia, 2010):<br />
• Le Aree protette/Siti Natura 2000/<br />
Zone Ramsar sono in genere soggette<br />
a forti pressioni determinate da<br />
attività antropiche che interessano<br />
tutto il bacino. La sopravvivenza <strong>del</strong>le<br />
specie legate agli ambienti acquatici<br />
dipende fortemente dalle modificazioni<br />
di tratti dei corsi d’acqua<br />
situati a monte (Arillo, 2007).<br />
• Le misure necessarie al mantenimento,<br />
o al ripristino di uno stato di<br />
conservazione soddisfacente, nelle<br />
Aree protette devono essere considerate<br />
nei Piani di Gestione di Distretto<br />
Idrografico. Questo offre agli enti<br />
gestori di Aree protette l’opportunità<br />
di poter coordinare le proprie azioni<br />
dalla scala locale a quella di bacino,<br />
e rendere più efficaci le misure di<br />
gestione previste dai propri piani e<br />
programmi per la tutela <strong>del</strong>le risorse<br />
idriche e <strong>del</strong>la biodiversità.<br />
Tutto questo si traduce semplicemente<br />
nell’integrazione <strong>del</strong> Piano <strong>del</strong> Parco<br />
(che ruolo deve avere? di strategia<br />
generale di gestione?) con il piano di<br />
gestione SIC/ZPS (azioni e misure specifiche?)<br />
e soprattutto con le strategie<br />
importanti, a partire dalla gestione <strong>del</strong><br />
fuori parco (è strano che il bacino idrografico<br />
non entri in qualche modo nella<br />
gestione parco) alla gestione <strong>del</strong> lago e<br />
<strong>del</strong>le sue acque basata su reali obiettivi<br />
monitorabili per efficacia (Piani di<br />
Gestione e <strong>Tutela</strong>), fino alle scelte strategiche<br />
in fatto d’economia turistica,<br />
agro-zootecnica ed itticola.<br />
Rispetto al secondo punto di cui sopra,<br />
lo stato ecologico <strong>del</strong> lago, la grande incognita<br />
evitata e bistrattata da sempre, ci<br />
sembra possano esserci elementi per far sì<br />
che diventi la chiave di volta per rimettere<br />
in linea i problemi <strong>del</strong> lago e <strong>del</strong>la popolazione<br />
che ci vive, per evitare iniziative<br />
maldestre, costose ed inefficaci, al fine di<br />
trovare soluzioni adeguate per una reale<br />
integrazione <strong>del</strong>la tutela <strong>ambientale</strong> con<br />
l’economia <strong>del</strong> territorio.<br />
Il primo passo da realizzare è adottare<br />
una corretta e valida procedura di<br />
valutazione <strong>del</strong> corpo idrico lacustre,<br />
adeguandosi con cognizione di causa<br />
agli approcci valutativi promossi dalla<br />
WFD, ed integrati a livello nazionale