Tutela ambientale del Lago Trasimeno - ARPA Umbria
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1 9 2 A r p a U m b r i a 2 0 1 2<br />
Il programma richiede una serie<br />
di dati in input collegati alle proprietà<br />
ottiche <strong>del</strong>l’acqua quali l’assorbimento<br />
<strong>del</strong>l’acqua pura, <strong>del</strong>la componente<br />
fitoplanctonica, <strong>del</strong>la componente non<br />
algale e <strong>del</strong>la componente <strong>del</strong>le sostanze<br />
gialle e al backscattering <strong>del</strong>l’acqua pura,<br />
<strong>del</strong>la componente fitoplanctonica e <strong>del</strong>la<br />
componente non algale.<br />
Dopo aver effettuato la parametrizzazione<br />
ottica, Bomber richiede i parametri<br />
di ottimizzazione, comprendenti<br />
le concentrazioni di clorofilla, solidi<br />
sospesi totali, sostanze gialle e le slope<br />
<strong>del</strong>le misure di assorbimento; per concludere<br />
devono essere definiti i valori<br />
d’intervallo di variabilità <strong>del</strong>le incognite<br />
e settaggi richiesti dalla routine di IDL.<br />
Fig. 37.<br />
Mappa <strong>del</strong> substrato e vegetazione a canneto <strong>del</strong>la zona<br />
orientale <strong>del</strong> <strong>Trasimeno</strong><br />
12.3 Risultati<br />
Le analisi limnologiche hanno evidenziato<br />
la ridotta trasparenza <strong>del</strong>le acque<br />
(valor medio disco di Secchi pari a 1,40<br />
m), imputabile alla concentrazione<br />
dei solidi sospesi (valore medio pari a<br />
4,5 mg/l) e in parte alla clorofilla “a”<br />
(valore medio 2,9 μg/l). La ridotta trasparenza,<br />
riduce la penetrazione <strong>del</strong>la<br />
luce, che si estingue prima di raggiungere<br />
il fondale e tende ad inibire lo<br />
sviluppo di macrofite non emergenti.<br />
Inoltre, il livello <strong>del</strong>le acque il 12 maggio<br />
2009 era di 113 cm inferiore allo<br />
zero idrometrico (s.z.i.), dato prossimo<br />
al livello rilevato l’anno precedente<br />
(23 giugno) quando si era misurato<br />
una quota di -128 cm s.z.i., condiziona<br />
enormemente la performance <strong>del</strong>le<br />
macrofite acquatiche.<br />
Dalla mappa di fig. 37 che illustra<br />
la classificazione <strong>del</strong> substrato e <strong>del</strong>la<br />
zona costiera, si evince una notevole<br />
copertura macrofitica nella porzione<br />
<strong>del</strong> lago investigata, pari a 731 ha e corrispondenti<br />
al 32 % <strong>del</strong>l’area di studio<br />
<strong>del</strong> corpo lacustre presente nella scena<br />
(2280 ha). In particolare, in prossimità<br />
<strong>del</strong>l’Oasi La Valle (sud <strong>del</strong> lago), il<br />
substrato appare quasi totalmente colonizzato.<br />
L’analisi sulla distribuzione tra<br />
macrofite sommerse e sub-emergenti<br />
ha evidenziato una copertura di 640 ha<br />
<strong>del</strong>le macrofite sommerse di cui 22 ha<br />
con densità elevata e di circa 90 ha <strong>del</strong>le<br />
macrofite sub-emergenti.<br />
Il confronto tra la mappa ottenuta<br />
dall’elaborazione <strong>del</strong>l’immagine<br />
MIVIS e l’analogo prodotto <strong>del</strong>l’anno<br />
precedente (si veda fig. 34) evidenzia<br />
una diminuzione <strong>del</strong>la superficie<br />
occupata da macrofite di 23 ha. Estendendo<br />
il confronto ai lavori recentemente<br />
effettuati (es. Ceccheti e Lazzerini<br />
2007) si nota un’ulteriore perdita<br />
di superficie occupata da macrofite in<br />
prossimità <strong>del</strong>l’area a sud di Isola Polvese,<br />
in cui erano presenti associazioni<br />
vegetali quali Najadetum marinae, Potametum<br />
pectinato-perfoliati e Charetum fragilis. Tra le<br />
possibili cause di questa diminuzione,